GUARDATE QUESTA FOTO DICE TUTTO DEGLI SHORT
Sono il capo più rappresentativo della nostra epoca (non una meteora)
La supermodella sudafricana Candice Swanepoel fotografata a New York all’uscita da una festa a Tribeca ci dimostra con un’immagine (e un outfit) perché gli short possono essere considerati uno dei capi più rappresentativi di questa epoca.
Il pantaloncino in pelle nera che scopre le gambe nude, portato con il top grande poco più di un reggiseno e il blazer maschile diventa il simbolo massimo di libertà paritaria, il capo perfetto per eroine di questo momento di massima apertura almeno dal punto di vista della moda che sente il bisogno di reagire ai venti restauratori. Il pantaloncino è il capo che le giovani hanno fatto loro, facendolo tornare tendenza che non sarà certo una meteora considerata l’invasione di short e braghette che ha dominato le ultime sfilate e presentazioni maschili della Milano Fashion Week appena conclusa (da Prada a Msgm, da Luca Larenza a Fendi). E non si tratta soltanto di rappresentare la voglia di vacanza dopo il lockdown. Anche l’uomo va in palestra, sente il desiderio di spogliarsi, soprattutto sono un elemento di gioia che ricorda la nostra infanzia, osservavano Luca Larenza e Andrea Pompilio.
«Le gambe nude e il corpo in mostra per celebrare la bellezza, scrive Raf Simons, il bisogno di ritornare all’essenza della vita umana». Hot pants , «ti rendono sicura di te stessa...», cantava James Brown. Erano gli Anni 70, e gli short avevano una valenza politica oltre che estetica, erano una bandiera verso la libertà delle donne.
CON IL BLAZER
DIPINTO
CAMPESTRE