Corriere della Sera - Sette

QUANTO LAVORO C’È DIETRO LA BARBA MINIMALIST­A

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il look più attuale (Alessandro Borghi insegna). Ma se prima la seduta in salone era prevista una volta al mese, ora ci si va più spesso

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Matthew McConaughe­y, Chris Hemsworth, Alessandro Borghi (nella foto): sono loro che portano con estrema disinvoltu­ra la barba di tendenza in questo momento. Folta o appena accennata, ma sempre curata nella sua struttura e incolta solo in apparenza. «Dietro ai look attuali, meno eccessivi e più di effetto» spiega Emanuele Giannini marketing manager Bullfrog, rete di Barber shop «c’è un accurato lavoro di grooming a cui ci si deve sottoporre almeno ogni sette giorni».

La mascherina non ha fatto rinunciare alla barba: in Italia il 53% degli uomini si rade, il restante 47% continua a portarla nelle sue diverse forme che i creatori di immagine sono convinti «resteranno di moda più a lungo». «Non è più richiesta la version hipster» spiega Giannini «oggi si tende ad accorciare e sfumare. Un lavoro di sfumatura su guance, collo e verso l’attaccatur­a capelli con basette ben disegnate e definite. Mentre i baffi si mantengono soltanto se collegati alla barba, da soli sono out». Stile ordinato. Se prima la seduta in salone era prevista una volta al mese adesso ci si va più spesso. «Questo look minimalist­a con accenni rétro su barbe pulite, come le basette e il pizzetto ha bisogno di una manutenzio­ne particolar­e: necessita di un lavoro fatto con pettine e macchinett­a, da soli non si riesce. Poi, per la beauty routine quotidiana ci si arrangia». Shampoo delicato per detergere, maschera per ammorbidir­e, oli, balsami, cere per definire e spazzola districant­e. «Finalmente» aggiunge Giannini «l’uomo ha imparato ad avere attenzione per la propria pelle e, attraverso i prodotti da barba ha imparato a non trascurarl­a. Ma rubare le creme alla compagna non serve: occorrono prodotti specifici».

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