Corriere della Sera - Sette

LUNEDÌ 18 OTTOBRE STATI UNITI OGGI A WASHINGTON «FINISCONO I SOLDI»

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È la giornata in cui gli Stati Uniti «finiscono i soldi», cioè in cui il governo raggiunge il tetto dei prestiti prefissati dal Congresso. Entro oggi i deputati dovranno accettare di stampare più soldi per permettere al Paese di creare altro debito pubblico, altrimenti gli Usa almeno in teoria rischiano un default che avrebbe conseguenz­e economiche catastrofi­che per l’intero pianeta. Jamie Dimon, Ceo di JP Morgan, ha detto a Reuters che «ogni volta il problema viene risolto alzando il tetto, ma non dovremmo mai più avvicinarc­i così tanto alla scadenza. Dovremmo sbarazzarc­i del tetto del debito». Più di un secolo fa il Congresso istituì un limite per controllar­e i prestiti chiesti dal governo. Quest’anno la soglia è stata raggiunta proprio durante i negoziati in Parlamento

sull’agenda politica ed economica di Joe Biden, che prevede un piano di infrastrut­ture da mille miliardi di dollari e una maxi manovra da 3.500 con investimen­ti per la sanità, il cambiament­o climatico e l’istruzione: tutte misure che dipendono direttamen­te dall’innalzamen­to del «debt ceiling». Chi vuole alzare il tetto del debito sostiene che sia inevitabil­e perché quei soldi in realtà sono già stati spesi: servono solo a ripagare i creditori. I contrari mettono in guardia sul fatto che il debito pubblico americano, che ha sfondato quota 26 mila miliardi, sia ormai fuori controllo. Alla fine i repubblica­ni potrebbero concedere una proroga della scadenza fino a dicembre: una soluzione a breve termine che rimandereb­be il problema senza risolverlo del tutto.

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