Feltrinelli e la “rivoluzione permanente” «Guido i giovani ma senza paternalismo»
L’editore milanese è certo che i problemi dei ragazzi «sono quelli di tutti, essendo però più sensibili e reattivi sollevano argomenti a cui gli adulti, pigri e assuefatti, non fanno più caso. Stare attenti a ciò che propongono è una garanzia per l’intera società». Rivolto a loro stampa i manifesti di Batman e Mandrake e sceglie carta floreale per i propri prodotti: «Giusto, anche
se ciò che conta sono i valori reali dei libri: se l’editoria strumentalizza perde la fiducia»
econdo me» dice Giangiacomo Feltrinelli «non esistono i problemi dei giovani, esistono i problemi di tutti. La differenza è che i giovani, più reattivi e sensibili, discutono, propongono, sollevano argomenti ai quali gli adulti, per pigrizia o per assuefazione, non fanno più caso ».
Tra i grossi editori, Feltrinelli ha fama di essere particolarmente seguito da un pubblico giovanile. È vero? «Effettivamente» risponde «in uno spoglio di cartoline-inchiesta fatto qualche tempo fa, ci siamo accorti che circa il 40 per cento delle risposte veniva da lettori al disotto dei trent’anni. Ma non l’avevamo programmato. Io sono convinto che sia un errore fare dei programmi a lunga scadenza in campo editoriale: se ci sono argomenti vivi, occupiamocene, il resto verrà da sé. Ma se osserviamo attentamente i fatti il discorso si precisa meglio: i giovani sono istituzionalmente un contrario dialettico permanente della società in cui crescono, quindi sono i più adatti a mettere in evidenza i problemi che interessano tutti; essere attenti alle proposte dei giovani, dunque, è una garanzia per tutti di seguire gli sviluppi della
Scultura e della vita contemporanea. Per questo noi non ci limitiamo a fornire documentazioni sui giovani (come il libro sul caso Zanzara e il Libro Bianco sulle associazioni studentesche), ma ci teniamo costantemente in contatto con le problematiche che i giovani continuano a sollevare. Naturalmente bisogna stare attenti, occorre distinguere e tenersi al corrente: in questo senso ritengo che, al di fuori di ogni paternalismo, la mia Casa abbia anche una funzione di guida».
Sembrerebbe, insomma, che la politica editoriale della Feltrinelli nasca da una specie di collaborazione non dichiarata con le élites giovanili o, più esattamente, da una concomitanza di interessi non programmatica ma abbastanza evidente.
«È così, e ci sono i motivi» spiega Feltrinelli. «Nella mia Casa c’è un atteggiamento che scherzando definiamo di “rivoluzione permanente”. Questo atteggiamento ci identifica con il movimento di opposizione generazionale che sta assumendo anche nella vita politica del Paese un peso sempre maggiore. Ci troviamo con i giovani non tanto perché scegliamo come argomenti i loro problemi, ma perché siamo convinti che siano problemi anche nostri. E non è solo una questione di età. Il tempo passa