Corriere della Sera - Sette

PER SCEGLIERE FRA DUE UOMINI, DEVI FARTI (LASCIALI, NE ARRIVERÀ UN TERZO)

LA DOMANDA GIUSTA

- DI MASSIMO GRAMELLINI

Caro Massimo, Marcello è l’amore travolgent­e che capita una volta nella vita, nemmeno in tutte le vite: le farfalle nello stomaco, il gol alla finale dei Mondiali, lo spettacolo di fuochi d’artificio di fronte al mare.

Lui è l’incastro del puzzle, la metà che non sapevo di cercare, il filo rosso annodato al mignolo della mano sinistra. Stargli accanto è come camminare a tre metri da terra: impazzisco per la sua voce, per l’odore della sua pelle, per quel sorriso sempre a metà e quei due occhi scurissimi, profondi quanto un pozzo. Adoro svegliarmi accanto a lui, sfiorargli le ciglia mentre mi incanto a guardarlo dormire; mi emoziona il nostro parlare anche in silenzio e quella inspiegabi­le convinzion­e di conoscerlo fin dalla notte dei tempi. Certo, è anche la mia debolezza, il chiodo fisso che non mi permette di volgere lo sguardo altrove, le promesse mai mantenute, il sogno che a un certo punto dovresti riconoscer­e non diventerà mai realtà. Giacomo invece è il sabato di fronte al caminetto in una sera d’autunno, la famiglia del Mulino Bianco in uno spot anni Novanta, il calore che si sperimenta sapendo di avere accanto una persona su cui poter contare in ogni momento. È la sensazione che provavo da piccola nei week-end invernali in cui i miei genitori mi portavano con loro a fare commission­i: durante il viaggio di ritorno in auto, osservando la città illuminata dal sedile posteriore, venivo pervasa da un’ondata di serenità generata dalla certezza di essere al sicuro nel mio nido... A 36 anni, dopo una vita trascorsa in buona parte a svalutarmi e a farmi molto più male di quanto fosse accettabil­e, mi domando se forse non sarebbe il caso di regalarmi una tregua... Ma per una come me, abituata a distrugger­e e reinventar­e, a cambiare pelle e forma alla continua ricerca di una dimensione che riesca a contenerla, è difficile ammettere il bisogno di essere amata in modo più semplice e lineare di quanto io stessa sappia amarmi: senza condizioni, né compromess­i. Sono esausta di soffrire elemosinan­do briciole da chi non ha intenzione di nutrirmi, stanca di illudermi che un bel mattino si alzi e decida di voler costruire una famiglia con me... Eppure, nonostante tutto, non riesco a convincerm­i di pancia che lasciarlo andare sia meno doloroso di rimanere aggrappata al sogno tanto a lungo accarezzat­o di una vita con lui.

Elisabetta

PREGIATA EMMA, PARDON, ELISABETTA BOVARY, hai scritto una lettera di dieci pagine, ben sapendo che questo spazio non avrebbe mai potuto contenerle tutte (infatti ho dovuto tagliarle). Ma tu non stavi scrivendo a noi. Stavi scrivendo a te. E hai fatto bene, perché è da te che devi avere una risposta. Però devi anche farti la domanda giusta. Vorresti l’emozione del primo uomo e la sicurezza del secondo racchiuse in una sola persona, ma mi sembra altamente improbabil­e che tu le ottenga da uno dei due soggetti in questione. Il primo, Marcello, continuerà a piacerti e a scapparti. Non cambierà mai, e comunque non con te. Resterà materiale per spasimi e rimpianti, ottimo per scrivere un romanzo e sentirsene la protagonis­ta, non per avere una relal’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?

Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it

«MARCELLO MI TRAVOLGE E FA IMPAZZIRE, GIACOMO INVECE MI DÀ SICUREZZA. MA IO NON SO AMARMI IN MODO SEMPLICE...»

zione stabile e costruttiv­a, se è davvero quella che vuoi.

Quanto al secondo, Giacomo, a lui piaci come sei, ma sei tu che non ti piaci con lui, o almeno non abbastanza. Innamorars­i di chi ci ama, ammesso che sia possibile, è una scorciatoi­a che porta in un vicolo cieco e tu fai bene a non volerla percorrere. Ti annoierest­i prima di cominciare e perderesti il rispetto di te stessa per esserti prestata a un compromess­o sentimenta­le al ribasso e per aver illuso una bella persona. Ma se Marcello accende la tua libido, mentre Giacomo ti fa l’effetto di un semolino, dipende solo dal fatto che Marcello rappresent­a una conquista inafferrab­ile? Se così fosse, l’amore nevrotico che provi per lui sarebbe della stessa pasta di quello che provi per te stessa. Un mix di narcisismo romantico e passione autolesion­ista. Gli altri sono sempre una nostra proiezione, lo sai. Ecco, dunque, la domanda che dovresti farti (che tutti dovremmo farci): in che modo mi voglio bene? Finché ti sentirai un’adolescent­e, continuera­i a imbatterti in amori adolescenz­iali: storie assolute ma imperfette, che insidiano la tua autostima e provocano i tuoi punti deboli. Se nell’amore cerchi ancora un pretesto per esplorarti e metterti alla prova, a Marcello seguirà un altro Marcello e un altro ancora. Se invece cominci ad avere le idee chiare su chi sei veramente (e a 36 anni è auspicabil­e che ciò accada), saprai distaccart­i dalle braccia di un uomo che ti fa male senza per questo cadere tra quelle di uno che ti fa dormire. E in base alla legge infallibil­e dell’attrazione, incontrera­i finalmente il terzo uomo. Quello giusto.

ORA STACCATI DALLE BRACCIA DI UNO CHE TI FA SOFFRIRE

SENZA CADERE TRA QUELLE DI UNO CHE TI FA DORMIRE

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