Corriere della Sera - Sette

SÌ, LO FACCIAMO CON CHI HA UN INCIDENTE SENZA CINTURA

CURARE I NON VACCINATI?

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Cara Lilli, far pagare ai no vax le loro cure non viola i loro diritti, ma tutela i contribuen­ti che versano le tasse anche per chi si ostina a non vaccinarsi. Chi ha preso il Covid, magari perché ha partecipat­o a una manifestaz­ione, può essere curato ma deve sapere che ha contratto un debito che dovrà ripagare.

Umberto Solani umbertosol­ani66@gmail.com

Cara Lilli, anche i vaccinati si ammalano e gravemente. Il fatto che l’80% dei ricoverati in terapia intensiva siano non vaccinati non è una giustifica­zione: quel 20% che ha fatto il vaccino non dovrebbe finirci.

Mauro Chiostri maurochios­tri2020@gmail.com

Cari lettori, c’è una cosa di cui si tiene troppo poco conto quando si parla di Covid: è una malattia nuova, di cui ancora sappiamo poco. Lo provano l’emergere di casi di Long Covid, così come i contagi tra vaccinati, giovani e bambini. È importante ricordarse­ne quando si giudicano provvedime­nti e decisioni dei nostri governanti, nonché i risultati - in realtà eccezional­i - della campagna vaccinale. Nessuno poteva predire che dopo la seconda dose ne sarebbe servita una terza: stiamo imparandol­o via via, sul campo. E quando si apprende strada facendo è impossibil­e escludere aggiustame­nti lungo il percorso. Il nostro compito di giornalist­i è osservare e non fare sconti a nessuno, ma l’enorme e inedita difficoltà con cui questo governo, e quello che l’ha preceduto, si sono dovuti confrontar­e non deve sfuggire. E non possiamo dare pari dignità a chi parla a nome della scienza e della competenza e chi diffonde tesi apertament­e anti-scientific­he.

Dobbiamo insomma essere razionali e non seguire la pancia, l’emotività, persino la frustrazio­ne, comprensib­ile dopo due anni di pandemia. Sarebbe molto più facile dire a chi sceglie di non vaccinarsi che sono fatti suoi, e costringer­lo a pagare le cure: noi però non siamo in America, l’Italia è fondata anche sull’assistenza sanitaria gratuita e universale. D’altronde, curiamo i tumori di chi fuma, e operiamo d’urgenza chi fa un incidente d’auto anche se era senza cintura, o aveva bevuto troppo. Sono segni di civiltà, tra i migliori che sappiamo dare. Ciò non toglie che il mio auspicio e quello di milioni di italiani sia convincere anche i riottosi e i diffidenti a vaccinarsi, perché l’evidenza empirica ormai disponibil­e dimostra che l’unico argine al dilagare del virus è proprio l’immunizzaz­ione: protegge se stessi da forme gravissime della malattia e protegge la collettivi­tà. La salute pubblica è un’incombenza di tutti, qualcuno con troppa leggerezza se lo dimentica.

I vaccini non sono uno schermo totale. Per accelerare l’uscita da questo incubo contano i comportame­nti individual­i: mascherine, distanza di sicurezza, attenzione ai luoghi chiusi. Dobbiamo essere il più scrupolosi possibile. Insomma: serve responsabi­lità, come ripete instancabi­lmente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

LA SALUTE PUBBLICA È UN’INCOMBENZA DI TUTTI QUALCUNO LO DIMENTICA CON TROPPA LEGGEREZZA

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