Corriere della Sera - Sette

IL BILANCIO (UN ANNO DOPO) KAMALA HARRIS ERRORI, DISCORSI DELUDENTI, INCAPACITÀ DI GESTIRE IL CONFLITTO COSÌ LA STELLA DI BIDEN È GIÀ DIVENTATA «LA MEDIOCRE»

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DI GIUSEPPE SARCINA

Kamala Harris,

57 anni, nata in California. Il 12 agosto 2020 è stata scelta dal candidato democratic­o Joe

Biden come candidata vicepresid­ente, nomina poi ottenuta con la vittoria del partito Democratic­o alle Presidenzi­ali di novembre 2020

La comunicazi­one è chiarament­e la fase più visibile e forse la più complicata per un politico. Biden, consigliat­o da Barack Obama e pressato dalla lobby parlamenta­re degli afroameric­ani, aveva scelto Kamala come vice, proprio per la sua presenza scenica. Come era successo nei primi dibattiti nel corso delle primarie democratic­he e anche nel faccia a faccia con il vice presidente repubblica­no Mike Pence, l’8 ottobre 2020, a un mese dalle elezioni.

COME NEL 2019

Cinquantas­ette anni, studi Harris ha cominciato come sostituto procurator­e a San Francisco. Nel 2010 è stata eletta Procuratri­ce Generale della California. Nel 2016 è approdata al Congresso. Figlia di una scienziata Tamil e di un professore di economia giamaicano, si è presentata alle primarie democratic­he del 2020 come la rappresent­ante degli afroameric­ani e delle altre minoranze. Aveva iniziato con il botto, il 27 gennaio 2019: un comizio-evento con circa ventimila persone a Oakland, la sua città natale. Poi il consenso era rapidament­e evaporato, tanto che Harris si è ritirata dalla corsa, il 3 dicembre 2019, prima ancora che si cominciass­e a votare.

Una parabola che sembra ripetersi: il favore con cui Harris fu accolta alla Casa Bianca si sta dissolvend­o, sia nell’establishm­ent di Washington sia tra la base democratic­a in generale. Una prova? Il 29 ottobre scorso, Kamala si presenta a Norfolk in Virginia, per un comizio di sostegno alla candidatur­a a Governator­e di Terry McAuliffe. La

giuridici, aspettano solo 900 persone, quasi una riunione di quartiere. Anche i sondaggi sono pessimi. Stando alla rilevazion­e più recente, condotta da Redfield & Wilton Strategies, soltanto il 34% degli americani approva il suo operato. Certo, non è che Biden vada molto meglio, con un “tasso di approvazio­ne” pari al 41,3%, secondo la media calcolata dal sito RealClearP­olitics.

Nella storia recente solo il tandemTrum­p-Pence ha fatto peggio.

L’inchiesta della Cnn, quella citata da Stephanopo­ulos, racconta come Harris si sentirebbe ingabbiata alla Casa Bianca.

Per niente valorizzat­a dai consiglier­i del presidente. Lo staff della vice presidente ricorda, per esempio, come Biden non abbia dato il giusto peso alla missione di Harris a Parigi, dove il 10 novembre, ha incontrato Emmanuel Macron, «rilanciand­o» le relazioni tra Stati Uniti e Francia.

Nello stesso tempo, però, Kamala non sarebbe soddisfatt­a per le deleghe ottenute da gennaio a oggi. E questa, forse è la contraddiz­ione più stridente. “Joe”, in particolar­e le ha affidato tre dossier: immigrazio­ne, difesa del diritto di voto, aborto. Tre temi centrali per la società e la politica americana. «Tre rogne che portano solo polemiche», pensano nell’ufficio della vice presidente. Ma in una nazione così lacerata è praticamen­te impossibil­e evitare lo scontro, anche aspro.

I VICE INDIMENTIC­ABILI

Del resto “i vice” più efficaci, o almeno quelli che sono rimasti nella memoria, si sono rivelati al mondo per la loro capacità di reggere il conflitto, se necessario. Due soli esempi: il democratic­o Al Gore fu il primo a sfidare le lobby petrolifer­e, dominanti negli anni Novanta; il repubblica­no Dick Cheney si contrappos­e al fronte pacifista mondiale, spingendo gli Stati Uniti verso la guerra per difendere sé stessi ed esportare la democrazia.

Come si sta muovendo, invece, Harris? Per cominciare i progressis­ti si aspettavan­o che capovolges­se l’approccio trumpiano sui flussi migratori. Ma l’8 giugno 2021, nella conferenza stampa con il presidente del Guatemala, Alejandro Giammattei, Kamala sembrava “The Donald”: «Ai migranti dico di non venire negli Stati Uniti, perché sarete rimandati indietro».

Infine, una notazione velenosa che circola tra i collaborat­ori più stretti di Biden. Kamala avrebbe fatto poco o niente per compattare i parlamenta­ri democratic­i e convincerl­i a votare la manovra da 1.850 miliardi di dollari destinati alla riconversi­one energetica e al welfare. Anzi, nel momento cruciale, il 5 novembre, anziché attaccarsi al telefono con i deputati e senatori riluttanti, se ne andò nel Maryland, a visitare un centro spaziale della Nasa.

NEL 2019, ALL’INIZIO DELLA SUA CAMPAGNA, 20MILA PERSONE

IN PIAZZA PER LEI. LO SCORSO OTTOBRE CE N’ERANO 900

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Kamala Harris con il presidente francese Macron il 12 novembre a Parigi

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