Corriere della Sera - Sette

MORETTI E IL MOMENTO FELICE CON 20 BOTTIGLIE DI ORENO

- ECCELLENZE

Il produttore del bordolese aretino con i due figli al fianco: «Volevamo un grande vino, ci siamo riusciti, non ci fermiamo»

Un robusto sigaro cubano, il vestito color terra, venti bottiglie di Oreno di altrettant­e annate sul tavolo e soprattutt­o i due figli, Amedeo e Alberto, al suo fianco. Metti una sera felice a Milano con Antonio Moretti Cuseri, della Tenuta Sette Ponti (300 ettari di verde, di cui 65 a vigneto), che produce 700 mila bottiglie l’anno tra Toscana e Sicilia. Una di quelle sere in cui, per l’imprendito­re del vino e della moda, vale la pena di godersi la felicità, fino a far scendere qualche lacrima sotto gli occhiali dalla spessa montatura nera. Senza pensare ai giorni difficili e a quello che accadrà.

Al Seta, il ristorante del Mandarin dove svetta lo chef Antonio Guida, Moretti Cuseri ha celebrato le prime venti vendemmie del suo vino, un bordolese super premiato, in Italia e negli Stati Uniti. Lo ha fatto senza risparmio di emozioni. «Un vino denso e riconoscib­ile nella sua precisione», ha raccontato il wine critic Luca Gardini, commentand­o l’ultima annata, la 2019. Un apprezzame­nto che si è tradotto nel massimo del punteggio, 110 centesimi, assegnato all’Oreno nella guida I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia, edizione 2022, in edicola con il Corriere della Sera. «Oreno», ha spiegato il produttore aretino di Castiglion Fibocchi, «è nato nel 1999 con 2.500 bottiglie. Volevamo un grande vino sulla spinta dei Supertusca­n. Abbiamo scelto di chiamarlo Oreno, come il torrente della tenuta».

Partito da un assemblagg­io di Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon, ora Oreno è composto da Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. «Una continua ricerca dell’eccellenza e fedeltà all’annata», riflette Gabriele Gorelli, primo master of wine italiano. «Oreno è un’icona». Anche il cambio dell’enologo, all’inizio Carlo Ferrini, ora Beppe Caviola, ha aiutato a far emergere l’eleganza del vino e del suo carattere. «E non ci fermiamo», dice in una nuvola di fumo Moretti Cuseri, «ora stiamo allevando lombrichi che ci aiutano a concimare il terreno. Anche con questi particolar­i si fa un grande vino da 40 mila bottiglie l’anno».

Brunello e Barolo (con 3 etichette a testa) tra i più premiati nella lista dei vini Top 100 del mondo della rivista americana Wine Spectator. Al 5° posto il Brunello 2016 Le Chiuse

(nella foto), all’8° il Barolo 2016 Bricco Boschis di Cavallotto. In totale sono 23 le etichette italiane in classifica

 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy