DI PAOLO OTTOLINA
diventato un’opportunità.
Colta in pieno: i computer sono spariti dagli scaffali dei negozi e poi dagli inventari online, i prezzi sono saliti, le vendite hanno girato verso l’alto dopo anni di stagnazione. I produttori hanno accelerato sull’innovazione. Nuovi design e fattori di forma, nuova attenzione a webcam e audio, nuovi processori più potenti e meno assetati di elettricità (è il caso di Apple e del suo M1, ma anche dei prodotti Intel Evo, dei Qualcomm Snapdragon per pc, dei Ryzen di Amd).
Microsoft ha fatto la sua parte. Ha accelerato il rilascio di una nuova generazione del suo sistema operativo. Windows 11 è una piattaforma aperta (fa girare persino le app Android), incredibilmente aperta rispetto alla vecchia Microsoft di Bill Gates e Ballmer. Muoverà il futuro dei computer.
In posizione centrale, su Windows 11 c’è quel Microsoft Teams che (con Zoom e Google Meet) è diventato essenziale in tante aziende e non solo. Panos Panay, il vicepresidente di Microsoft che ha la responsabilità del nuovo sistema, ci ha raccontato: «Windows 11 sarebbe stato diverso senza la pandemia? Sì. Ci stavamo lavorando da prima ma negli ultimi 2 anni lo sviluppo ha accelerato e ha preso direzioni differenti». Poi passa a un aneddoto: «Ho una figlia di 15 anni, ne aveva 13 prima della pandemia. Insistevo perché usasse uno dei nostri pc, un Microsoft Surface e lei mi diceva sempre: ‘“Non ne ho bisogno, ho il mio smartphone”. Oggi usa un notebook: se provassi a toglierglielo esploderebbe la casa. È diventato il dispositivo più importante nella sua vita».
E conclude: «Stiamo cercando di dare alle persone la possibilità di essere più produttive, più creative. E poi stiamo dando uno strumento per comunicare. Due anni fa avrei avuto questa conversazione in Italia. E, non fraintendetemi, vorrei poterlo fare anche ora. Ma parlare in questo modo, a distanza, è diventato assolutamente naturale. Ed è piuttosto incredibile».