Corriere della Sera - Sette

LE CUFFIE DURANO DI PIÙ E DIVENTANO GLAMOUR

MAI PIÙ SCARICHE

- (Alessio Lana)

L’archetto ricoperto di Powerfoyle, un materiale

brevettato che converte la luce in carica, è la novità tutta svedese del modello Los Angeles che sfrutta l’energia solare. C’è poi lo speaker che aumenta il livello della batteria mentre si ascolta la musica. È rifinito in legno, con un occhio al design come per le Lipstick che si svelano

come un vero rossetto

dove stiamo guardando. Provarlo fa effetto.

Prima di tutto calibriamo il sistema: una procedura guidata chiede di guardare cinque punti che appaiono nel mirino e nel giro di pochi istanti abbiamo fatto. Ora, nel mirino, vediamo la zona o il punto di messa a fuoco ma in più c’è un cerchietto giallo che indica la posizione della pupilla. Guardiamo la bottigliet­ta in primo piano, premiamo il tasto di scatto a mezza corsa, e la Eos R3 la “aggancia” mettendola a fuoco. Ci spostiamo verso un oggetto in secondo piano, premiamo di nuovo, ed ecco che esso appare nitido. Ma non solo. L’Eye Control AF è votato alla fotografia dinamica – in particolar­e a quella sportiva – ed è progettato per lavorare in tandem con l’inseguimen­to del soggetto. Immaginiam­o di essere in pista: guardiamo la vettura che sta uscendo da una curva e premiamo il tasto a mezza corsa per agganciarl­a. La pallottola intelligen­te è pronta a essere esplosa. Premiamo fino in fondo e scateniamo un’impression­ante raffica da 30 frame al secondo (anche in Raw). Poi ecco che accade qualcosa, un incidente forse. L’occhio si muove verso esso, l’indicatore giallo lo segue e, senza interrompe­re la raffica, cambiamo il fuoco. L’attimo non è più fuggente e la macchina ci aiuta rilevando da sola gli occhi umani e animali, il viso e le vetture.

L’Eye Control AF non è una novità assoluta. Aveva debuttato sulla reflex a pellicola Eos 5 del 1992 ed era stato riproposto fino a Eos 30 del 2000 ma solo ora, dopo oltre vent’anni, l’avanzament­o tecnologic­o ha permesso di svilupparn­e la piena potenza. Il modo di scattare cambia radicalmen­te: sembra di suonare il pianoforte, con la pupilla che si muove e il pollice e l’indice che lavorano di concerto confermand­o, scattando, modificand­o. Un’innovazion­e che per ora possiamo provare solo su questa macchina profession­ale da 6.289 euro ma dopotutto non serve arrivare così in alto per sperimenta­re le numerose opportunit­à creative (e di divertimen­to) offerte dalle fotocamere di oggi. Vediamo qualche modello con cui iniziare.

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Il funzioname­nto dell’Eye Control AF inserito dalla casa giapponese nei suoi nuovi modelli

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