Corriere della Sera - Sette

LA STATUA NEL FIUME IN TRE A PROCESSO

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Diciotto mesi dopo le scene dalla manifestaz­ione di Black Lives Matter a Bristol che fecero il giro del mondo, arrivano in aula per il processo i quattro manifestan­ti che il 7 giugno 2020, durante un corteo antirazzis­ta dopo l’uccisione di George Floyd, abbatteron­o e poi trascinaro­no nel fiume la statua di bronzo dello schiavista (e filantropo) britannico Edward Colston. L’accusa è di aver danneggiat­o in modo criminale una proprietà pubblica: tutti e quattro (tre uomini e una donna, tra i 36 e i 21 anni, i soli a finire alla sbarra nonostante la partecipaz­ione di molte altre persone) si sono dichiarati innocenti. Ci vorranno una decina di giorni per arrivare alla sentenza, che ha un valore simbolico: quello di Colston fu il primo di una serie di monumenti rimossi in tutto il mondo con la forza, e altre volte dopo una consultazi­one popolare, di personaggi che avevano un passato valutato oggi come razzista. La statua imbrattata e ammaccata di Colston vale circa 4 mila dollari. È stata recuperata dal consiglio comunale della città, che ne ha disposto l’esposizion­e in un museo municipale insieme ad alcuni cartelloni delle proteste di Black Lives Matter. Il problema dell’eredità di quel personaggi­o a Bristol però non è superato: Colston, che nel Settecento si era arricchito con la tratta degli schiavi, era stato un grande finanziato­re della città e per questo molte strade portano il suo nome. La Colston Hall, una grande sala da concerto, è stata di recente ribattezza­ta Bristol Beacon. E anche la scuola intitolata allo schiavista presto potrebbe cambiare.

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