GEMMA, ARMANDO, ISABELLA... I PERSONAGGI DI DENTRO UN TELE-ROMANZO
«Io ci metto il cuore» dice Gemma. Siamo a Uomini e Donne, trasmissione che alla sua nascita, venticinque anni fa, scandalizzò. C’è voluto tempo – neppure così tanto – per capire che si trattava di qualcosa di più di una trasmissione televisiva. Spaccato antropologico, esperimento di sociologia in continua mutazione quanto la società
(addirittura in anticipo, e mai di conseguenza come in genere fa la televisione).
Ebbene, come in un romanzo ottocentesco con narratore onnisciente (Maria De Filippi) i personaggi cambiano lungo la storia: i buoni mostrano il lato cattivo, e viceversa. Non ci sono caratteri fissi, perché il meccanismo del programma non lo consente, tende allo smascheramento, ma anche all’equivoco: non è detto che quella sia l’ultima verità. Non è un gioco, bensì la misurazione continua tra rappresentazione e realtà, reputazione e scandalo.
Così Armando, di tutti forse il più complesso, ora sgradevole, ora tenero, di certo indispensabile alla narrazione quasi quanto Gemma, 71 anni (73 attribuiti da Tina che la invecchia, sminuisce, costruendone al contempo il personaggio).
Esiste la Gemma reale e la Gemma di Tina (simbolicamente La Mummia). E anche qui, non si tratta forse di una raffinatissima tecnica narrativa?
Dunque Gemma, sul perché sia insostituibile, al punto che chiunque sia arrivata a minacciare la sua centralità è durata poco. L’illusione che per essere lei basti eleganza e un italiano corretto.
Tra le tante: Aurora, Maria, e adesso Isabella, quella che poteva sembrare la sostituta perfetta. Tanto che all’inizio tutti ci siamo preoccupati, Gemma stessa ha mostrato un’ostilità infantile (meravigliosa) nei confronti della rivale. Pochi mesi, e il pericolo è scampato: Isabella cede alla vanità dei social (dopo essersi presentata come disinteressata), Isabella smaliziata, eppure in pieno controllo di sé. Isabella astuta: «Biagio scambia mozzarelle coi camerieri», «Maria, io non parlo con quell’individuo», riferendosi a Armando, esibendo quindi una consuetudine a trattare direttamente coi potenti, schiacciando i sottoposti. Fino alla richiesta di voler incontrare Giorgio Manetti (amore storico di Gemma), per conoscerlo – la giustificazione – avendolo visto in tv per anni, un semplice caffè, che male c’è?
Ecco la riprova che no, neppure lei può prendere il posto di Gemma. Le manca innocenza, purezza, intemperanza improvvisa, emotività, resistenza, sincerità. Le manca lo sguardo di Tina, il rotolone Scottex, il dottore che prende la pressione, quel botta e risposta con Tina pirotecnico, mai volgare, mai davvero feroce, che è arte, non malignità.
CIASCUNO È BUONO E CATTIVO INSIEME, LE DONNE (SULLA SETTANTINA) SI SFIDANO PER CONQUISTARE CENTRALITÀ