UNA LETTRICE BOCCIA MILANO IO, ROMA (MA SPERANZOSO) E VOI? VIVETE IN CITTÀ FELICI?
Una lettrice assidua di questa rubrica, Maria Molinelli, mi scrive per proporre un tema: come sono cambiate le nostre città nei due anni di pandemia? Che volto svelano in questo Natale “quasi” normale, pur sotto la mascherina ancora d’ordinanza? Maria ha avuto una brutta impressione a Milano. Mancava da due anni e l’ha trovata «dura, fredda, industriale», «molto più europea e pochissimo italiana»: «Perfino la moda, il settore in cui ho lavorato, mi è sembrata fuori moda».
Non saprei. Valutare lo spirito pubblico di una città è sempre difficile, soprattutto se non la si vive ogni giorno. Per quanto mi è capitato di vedere, nelle sporadiche visite degli ultimi due anni, e per quanto mi raccontano gli amici milanesi, sarei portato a non condividere il pessimismo di Maria. Basti un dato: le immagini della Nasa, raccolte dallo spazio, rivelano che Milano è la città europea la cui notte è diventata più luminosa nel mese di dicembre. L’incremento rispetto a ottobre è stato di un sorprendente 69,25%. Capisco che le luminarie non dicono tutto del genius loci. Ma credo si possa dire che più è vibrante e allegra, più è ottimista e consumista, e più una città si illumina. Magari, ha aggiunto un mio amico, con meno letizia di qualche anno fa. Ma con il dinamismo di sempre, e con una fiducia maggiore nel futuro rispetto ad anni più bui.
Posso forse rispondere con più competenza per Roma. Qui la situazione è molto diversa. Più della pandemia potè
Raggi. È difficile sottostimare il degrado che ha prodotto un quinquennio di ignavia programmata, di rifiuto dell’azione come arma contro la corruzione. La città è prostrata. Ma eterna. Per cui, a poco a poco che le restrizioni calavano, si è di nuovo riempita di turisti, di dehors, di folle dello shopping. Certo, i guai sono tali e quali a prima. La città è sporca tale e quale a prima. Il traffico è un caos tale e quale a prima. Ma si ha la sensazione che basterebbe che qualcuno riprenda a governarla, anche male magari, per rimetterla in sesto. Dunque ora siamo tutti in vigile attesa che il sindaco appena eletto riaccenda il motore. Non ci vuole poi molto. Faccio un piccolo esempio: il nuovo albero di Natale in piazza Venezia. Niente di granché, nessuna invenzione particolare, luci e palle d’ordinanza, non uno spettacolo che si faccia ricordare per originalità o magnificenza. Ma ci è bastato un albero “normale”, dopo la saga di Spelacchio, per tirare un sospiro di sollievo. Oppure il tram veloce (o metropolitana leggera) che traversa il quartiere Flaminio. Ce l’hanno tutte le città, ma questo era stato abbandonato alle erbacce e ai parcheggiatori abusivi dopo un incidente di due anni fa. Ora riapre. E un po’ di allegria la fa.
Ma questi sono aneddoti, e non credo possano soddisfare la curiosità della nostra lettrice. Mi domando se non vogliate voi, ognuno per il luogo in cui abita, rispondere alla sua domanda: è tornata la letizia nelle nostre città, in questo Natale del 2021?
PROVATE A RISPONDERE PARLANDO DEI LUOGHI IN CUI ABITATE:
È TORNATA LA LETIZIA IN QUESTO NATALE 2021?
del suo ennesimo ritorno a New York. Il trasferimento da Boston non è stato facile, è stato come attraversare l’oceano con tutta la vita impacchettata. Il tavolo da disegno e il cassettone non erano pronti per questo esilio repentino; cinque piatti si sono rotti; i cassetti si sono sbeccati; gli orologi non torneranno più in vita. Alcuni oggetti si sono smarriti, altri – come il ritratto della zia – non troveranno più la via d’uscita dalla scatola che li ha trasportati. Scartati definitivamente. Perché cambiare casa è sempre la rivoluzione di un universo, in attesa che un altro universo trovi la giusta forma.
Il cambiare casa è un momento de
TRASFERIRSI ALTERA L’ALCHIMIA SU CUI SI BASA IL NOSTRO BENESSERE. EPPURE SAPPIAMO CHE LA FELICITÀ NON È MAI STATICA