PASOLINI VOCE POETICA DELLA COSCIENZA
La sua vita, foto dopo foto, per celebrare il centenario della nascita
Era bello, elegante in giacca e cravatta, cappotto sartoriale, scarpe tirate a lucido sul terriccio polveroso quando andava per borgate, a vedere la vita vera svolgersi o a filmarla 1961). E da un ragazzo di quelli che lì ciondolavano fu assassinato nello sterrato di Ostia la notte tra l’1 e il 2 novembre 1975. Parte tra poco il centenario della sua nascita (Bologna 1922) e, a Genova, nella Loggia degli Abati una toccante mostra fotografica racconta questo intellettuale scomodissimo come scrisse Rossana Rossanda sul Manifesto, alla notizia della morte. Mentre sul Corriere della Sera, Italo Calvino in un editoriale densissimo (da rileggere) rimpiangeva di non aver risposto alla lettera aperta di Pasolini (datata 30 ottobre) sulla violenza nel mondo. Il video dei funerali a Casarsa della Delizia – luogo di nascita della madre con la quale Pasolini rimase in simbiosi – impressiona per il fiume di popolo che vi accorre, con Padre David Maria Turoldo a leggere un testo dedicato al dolore materno. A questo sdegno e al sentimento per la sua morte, con Moravia a struggersi per la perdita di un poeta straordinario, di un testimone che “cercava di provocare reazioni attive nel corpo inerte della società italiana”, considerando la sua diversità baluardo di verità, fanno da contraltare insulti scritti sui necrologi affissi ai muri di Roma: pig, artista blasfemo, schifo, studioso coprolalo.
Le immagini della vita di Pasolini spaziano dalla sua passione per il calcio (tifoso del Bologna), ai film con le foto delle riprese di Medea con la Callas, le amicizie, le donne (Laura Betti quasi ossessiva, lo chiamava “mio marito”), la madre, l’infanzia, le case abitate. In una poesia del 1953 scrive: l’ultimo giorno della mia vita. /Di me non lascio che una confusione / perduta nella luce rattrappita / di una infanzia in cui ormai ragion / non ho più di credere, da quando / ogni purezza ha perduto il peccato. Fino al 13 marzo 2022.
È
M. PASTOUREAU
AUTORI VARI
TAMARA MACFARLANE
STEFANO BUTTAFUOCO