SÌ A UNA DONNA CHE LO MERITI FUORI NOMI E CURRICULUM
PER IL COLLE SIAMO PRONTE
Cara Lilli, ascoltiamo ormai sempre di più il ritornello di «Ci vuole una donna al Quirinale». Non trova che sia una dichiarazione un po’ svilente? Come a dire «mettiamo una donna al Quirinale così poi state tutte tranquille per un po’».
Antonella Mancuso amanc77@gmail.com
Cara Antonella, siamo ormai abituati all’indecorosa riffa sui nomi che si scatena alla vigilia di ogni elezione del capo dello Stato. È vero, però, che mai come in questa occasione abbiamo letto e sentito chiedere a gran voce che venga scelta una donna per il Quirinale. La cosa mi pare di per sé già degna di nota, perché vuol dire che anni di battaglie per rivendicare il potere che ci spetta hanno quanto meno risvegliato le coscienze: immaginare una donna presidente della Repubblica non è più fantascienza. Ma restiamo coi piedi per terra. Con il suo consueto acume, anche Natalia Aspesi ci ha ricordato che le donne vengono sempre chiamate in causa quando c’è da fare il lavoro sporco. E sul fatto che guidare dal colle più alto un Paese sfiancato dalla pandemia e con una classe politica a dir poco liquida sarebbe complicatissimo non abbiamo alcun dubbio. Converrebbe certamente aspettare un giro – l’ennesimo, aggiungerei – e restare comodamente a godersi lo spettacolo mentre i maschi cercano di porre rimedio ai guai che altri maschi hanno combinato prima di loro. Eppure noi donne siamo pronte da un pezzo e mi viene da dire che ogni momento è buono per dimostrarlo e dimostrarcelo.
Credo sia però controproducente invocare una donna al Quirinale solo per la sua appartenenza di genere, per vari motivi. Anzitutto i critici delle quote rosa ci farebbero subito notare che essere una donna per meritare la più alta carica del nostro Paese non è sufficiente. E tra questi contestatori ci sono anche molte donne, che non hanno capito che, a parità di competenze, chiedere agli uomini di stare fermi un giro ci consentirebbe finalmente di accedere alla stanza dei bottoni. Il secondo motivo è che oggi si invocano le donne ma domani ci sarà un’altra fetta della società che rivendicherà una possibilità, e una comunità davvero attenta a valorizzare le diversità deve aver chiara una cosa: il metro di paragone per sfondare il famoso soffitto di cristallo deve essere il merito di ogni potenziale candidato.
E quindi? Candidiamo, sì, delle donne per questa tornata al Quirinale ma che abbiano un nome e un cognome, un curriculum valido e il profilo giusto: ce ne sono tante nelle istituzioni, nelle università, nei partiti. Preparate, serie, appassionate, competenti, affidabili. Fuori i nomi, guardiamole in faccia: se non ora quando? E noi, ora, siamo pronte.
ALLE CONTESTATRICI DICO CHE CHIEDERE AGLI UOMINI DI STARE FERMI (A PARITÀ DI COMPETENZE) È GIUSTISSIMO