ATTENTI A NON SPRECARE DRAGHI ANCHE IN TEMPI DI RITORNO ALLA «NORMALITÀ POLITICA»
Cara Lilli, mi rifaccio alla sua risposta, su 7 del 7 gennaio, a Vincenzo in merito ai «leader politici inconcludenti» e soprattutto all’ipotesi di una riedizione della coppia Mattarella-Draghi.
Dopo l’entusiasmo iniziale per il bene della patria, mi accorgo che l’interesse particolare dei partiti condiziona in maniera sensibile l’operato di Draghi. Mi sembra che i vari ricatti messi in atto, perché di ricatti si tratta, portino a dei provvedimenti così “negoziati” da annacquare pesantemente gli obiettivi di partenza.
Credo che una personalità politica come quella di Draghi, osannata dall’Europa e dagli Usa, potrebbe perdere di credibilità se continuasse a presiedere il Consiglio di un governo così eterogeneo e privo di una visione comune sul futuro della nazione.
Luigi Merlini luigi.merlini@fastwebnet.it
Caro Luigi, Mario Draghi non è un politico di partito, bensì un uomo delle istituzioni, un civil servant di grande prestigio internazionale e indiscusse qualità. In una fase politicamente delicata come questa, a ridosso dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica, con le evidenti conseguenze che questo avrà sul governo, proprio il suo essere alieno alle dinamiche partitiche sta complicando le cose. E lo sta esponendo anche a passaggi poco felici, come il rifiuto in premessa di rispondere a domande sul Quirinale nella conferenza stampa dello scorso 10 gennaio.
Questo governo nasce da una situazione di emergenza per affrontare compiti specifici (gestire con attenzione la pandemia e i soldi europei del Recovery Fund), tanto da essere sostenuto da una maggioranza molto particolare, che va dalla sinistra di Leu alla destra della Lega, passando per i Cinque Stelle. È difficile pensare che un quadro così composito possa durare a lungo. Va anche precisato che il confine tra “ricatto” politico e legittima rivendicazione dei partiti è molto sfumato ed era prevedibile che dopo un periodo di tregua, in nome della campagna vaccinale e del Pnrr, la dialettica e la contrapposizione tra partiti sarebbero tornate sulla scena, anche in virtù delle elezioni che si avvicinano. Però, anche in questo quadro di “normalità” politica che prevede lo scontro tra destra e sinistra, è fondamentale che una figura di garanzia così importante non vada sprecata: il contrario sarebbe veramente una débâcle imperdonabile, e un danno significativo alla credibilità del Paese.
Quanto all’attuale presidente Mattarella, direi che è giusto rispettare la volontà più volte espressa di voler terminare il suo settennato senza proroghe: ha gestito con grande autorevolezza e saggezza passaggi molto complessi in questi anni, e la sua guida dovrà essere da esempio per il suo successore. Che a questo punto di grande confusione potrebbe essere pro tempore lui stesso.
UN PREMIER ALIENO ALLE DINAMICHE PARTITICHE ORA COMPLICA LE COSE E LO ESPONE A PASSAGGI POCO FELICI