TRA UN PADRE FABBRO POETA
RIAFFIORA EMILY D. E UN AMORE GALEOTTO
Avete scritto in tanti per Emily Dickinson, cui abbiamo dedicato un Ufficio extralarge a fine 2021. Rodolfo Carelli racconta di aver riscoperto la poetessa di recente, di aver trovato conforto nei momenti difficili della pandamia e ispirazione per il 2022. «Ero giovane / quando mi sono imbattuto / in un amore / profondo a prima vista / cresciuto fino a quando / sepolto vivo / in piena pandemia / riaffiora Emily / la vita da reclusa / tra la casa e il giardino. / Comune intento / faremo ancora in tempo / a mettere in salvo / dal buco dell’ozono / la natura e l’umano?».
Ormai lo sapete. Ho un debole per le storie personali che condividete tra le righe, spesso in versi. Ambra scrive: «Care Poesie Smarrite, con voi mi sono riappropriata di me stessa, uscendo dalla condizione di mamma-manager. Ho ricordato i giorni in cui l’amore travagliato per colui che, passato da amante (io fedifraga) a padre di mio figlio, generava la mia prole in versi». Ci ha girato alcuni capitoli di questa storia galeotta, perché «sufficientemente lontani da poter essere condivisi». Il granello di poesia che ho trovato è in questi due versi di lucida malinconia: «Spessi scialli di cicatrici mi cingono / soffocano e proteggono ogni germoglio».
Per altri le ferite restano aperte e vanno accudite. Alessandra Cazzaro scrive: «Le parole delle poesie entrano dentro come lame e scavano. A volte evito di leggerle». Ma è orgogliosa del padre, Vittorio, fabbro e poeta, scomparso 5 anni fa, vivo nei suoi versi: «Ho fatto cancelli con foglie e rose / per borghesi e per spose. / Ho illuminato altari / con candelabri e oggetti vari. / Con carati di ferro ho adornato Vergini / dove ho visto viandanti e poveri / pregare davanti a mille ceri. / Con tenaglie e martello ho piegato sbarre e ferri / e ho infisso Dio su croci per monasteri e cimiteri. / Sul mio ferro ho visto ardere l’ulivo sul far della sera / la cui fiamma ombreggiava il volto d’un Vecchio / che appoggiato a un alare attendeva la notte. /Nel suo casolare».
L’arte è sempre al servizio degli altri, non di chi la fa. E la poesia, scrive Dante Maffia segnalato dalla lettrice di 7 Nuccia Benvenuto, è una magia che spesso si rivela nei luoghi più marginali.
La poesia non ha bisogno della prima pagina dei quotidiani, né di battiti di mani: non è il sogno della cronaca. Preferisce radure, vecchi campanili e marine. La poesia è una baraccopoli nella quale cadono le stelle e nessuno ci fa caso.