FLORBELA ESPANCA
Tra le lettere ricevute ne segnalo un paio arrivate in versione cartacea. La signora L. Rando («mi chiamo Letizia ma il nome non mi piace, e sono mezza australiana») scrive da un istituto per anziani di Treviso («ho 92 anni ma il cardiologo dice che sono molto più giovane»). Ci ha inviato una plaquette tra il lirico e l’umoristico dedicata ai suoi anni veneziani («amavo l’acqua alta, speravo sempre che qualcuno mi prendesse in braccio»). Inizia con Kamikase sul Canal Grande, dove un vento rimescola memoria e desiderio, vivi e morti: se si ha la gonna si vola, ci si salva con un ombrello; seguono ritratti di personaggi demodé, come il playboy che non si tuffa mai per non rovinarsi il ciuffo alla Borg, e commendatori fantozziani, trasformati in insetti; il bestiario offre passeri, gatti e altri animali poetici, come Pussicatta, a sigillo dei giochi anglo-veneti dell’autrice che sogna di «non avere altro pensiero al mondo / che mangiare tre volte al giorno / e dare la caccia a quelle povere lucertole».
Alex Sanchez scrive da una casa circondariale lombarda, senza ulteriori informazioni al riguardo. Condivide alcuni versi che fanno parte di uno spettacolo realizzato con altri detenuti, Noi guerra! Le meraviglie del nulla (in collaborazione con l’artista Giovanni Anceschi e la regia di Ivana Trettel). Nel testo Sono libero in realtà? parla di «bipolarità della verità» che «cattura frottole». In Scintilla di atomi prova a sottrarsi così: «Non sono identificabile / con un nome, cognome, corpo, pensiero o lavoro / perché nasco nella foschia dell’universo».
La vitalità di Rando e il nichilismo di Sanchez mi han fatto tornare in mente la poetessa portoghese Florbela Espanca (1894-1930), donna di lettere in un mondo di maschi. Tre mariti e poche gioie, una vita di dolente sensibilità. Andava in crisi quando uccideva una mosca per dare da mangiare a una rondine: «L’ingiustizia della sorte mi tormentava». In un verso dice che esser poeta è «mordere come si bacia!». E baciare? Mordere senza dolore.
LA SIGNORA RANDO VUOLE ESSERE UNA «PUSSICATTA» SANCHEZ SI DICE NATO NELLA FOSCHIA DELL’UNIVERSO