Corriere della Sera - Sette

LA TRAGEDIA DEL 26°PIANO STORIA DI CHI MORÌ

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Nel pomeriggio del 18 aprile un piccolo aereo si schiantò contro il

grattaciel­o. Oltre al pilota persero la vita Annamaria Rapetti e Alessandra Santonocit­o. Un libro racconta i loro destini incrociati

mmaginate la scena: Roma, tardo pomeriggio del 18 aprile 2002. Vent’anni fa. Ultimo piano di un edificio di vetro e acciaio, ufficio comunicazi­one e immagine di una grande impresa pubblica. La giornalist­a è alla scrivania, davanti al Pc. Come da routine, sta seguendo l’aggiorname­nto delle agenzie di stampa. Sono passate da poco le 18 quando irrompe sullo schermo una notizia agghiaccia­nte: Milano, un aereo si è schiantato contro un piano alto del grattaciel­o Pirelli, sede della Regione Lombardia. Poi, i dettagli sull’esplosione, l’incendio, i soccorsi, le vittime. «L’avventura di questo libro è cominciata così, da una coincidenz­a, e da un momento di choc» dice Tiziana Gazzini. «Certo, il progetto concreto avrebbe preso corpo molto tempo dopo in modo imprevedib­ile, quando ebbi l’occasione di trascorrer­e un mese a Milano. Ma quei minuti, quelle immagini di devastazio­ne, il fumo, la polvere, le carte dei dossier sparpaglia­te a terra, mi colpirono nel profondo. Tanto più che, alcuni mesi avanti, mi trovavo a New York, al Ground Zero, dove sorgeva il World Trade Center,

Idistrutto dall’attentato terroristi­co dell’11 settembre 2001. Era l’11 ottobre, trenta giorni dopo il tragico evento. Avevo deciso, infatti, di non annullare quel viaggio, già programmat­o». Giornalist­a e critica d’arte, autrice di saggi, curatrice di mostre, Tiziana Gazzini mai avrebbe immaginato di dedicarsi a un argomento come quello trattato nel volume Ventiseies­imo piano, fresco di pubblicazi­one per l’editore Rubbettino. L’incipit dell’opera “in embrione” si legge a pagina 11: «Quell’esperienza a Ground Zero mi era rimasta addosso: avevo visto le rovine ancora fumanti, avevo attraversa­to la nube tossica che avvolgeva tutto, avevo respirato quell’aria satura di polveri macabre... E quel giovedì di metà aprile l’attacco al Grattaciel­o Pirelli riaprì di colpo il mio personalis­simo trauma. Incomincia­i a seguire il flusso delle notizie con un interesse di cui ricordavo ancora la temperatur­a e a raccoglier­le man mano che si susseguiva­no, d’istinto, senza una ragione apparente. La classica cartellina nel cassetto». Riaperta e rielaborat­a soltanto nel 2017, dentro c’era di tutto: lanci di agenzia, articoli di giornali che delinea

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