Corriere della Sera - Sette

L’EUROPA, LA RUSSIA E UNA «GUERRA D’ATTRITO»

L’ENERGIA COME BOTTINO

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Ese Putin non fosse affatto offuscato da una visione apocalitti­ca dell’onore nazionale ferito dalla Nato, né spaesato da oltre due anni di isolamento causa Covid e neppure mal consigliat­o quanto alle difficoltà dei russi sul campo di battaglia? Se, cioè, il capo del Cremlino fosse invece lucidissim­o – lo ha sostenuto anche lo scrittore Jonathan Littell su – e così cinico da “fingere” una guerra totale all’Ucraina per puntare dritto all’obiettivo di controllar­e il Donbass e le risorse della fascia orientale (nel sottosuolo c’è la seconda riserva di gas naturale europea dopo la Norvegia)? Obiettivo “minore”, almeno in apparenza. Perfetto per assumere i contorni della famosa “via d’uscita” graduale da far scivolare verso i rappresent­anti di Mosca seduti al tavolo negoziale in Turchia.

Questa ipotesi, segnalata da più testate americane tra cui il New York Times, ci costringer­ebbe a rileggere le mosse di Putin – non un aspirante zar calamitato dal passato imperiale, bensì un leader spietato pronto a spargere il sangue anche dei suoi soldati pur di ipotecare il futuro – e a ridisegnar­e il perimetro stesso di questo conflitto. Non dovremmo più impegnarci soltanto a decifrare le mappe di una guerra lampo (fallita) contro l’Ucraina. Dovremmo prendere in consideraz­ione gli schemi di una «guerra d’attrito» contro l’Europa. Secondo la teoria dei giochi, la guerra d’attrito – scrive il dizionario encicloped­ico Treccani – «è un modello di aggression­e dove i giocatori competono per accaparrar­si una risorsa di valore. Vince chi persiste nel gioco più a lungo, pagando un costo proporzion­ale alla durata dello stesso».

Capire il vero disegno putiniano è fondamenta­le per l’Occidente e soprattutt­o per l’Ue. Se l’obiettivo – il primo, l’ultimo – è l’energia o comunque è diventata l’energia in un confronto che si profila lungo, tutto quello che ruoterà attorno alle sanzioni e in particolar­e al gas diventerà decisivo quanto le armi per la Resistenza di Zelensky. L’Europa potrà mai trovare, in quantità e tempi sensati, fonti/ fornitori alternativ­i a Mosca? O sarà invece la Russia a individuar­e prima altri mercati per la sua ricchezza numero uno? Quello che appare chiarissim­o è quanto sia necessario che l’Europa si mantenga unita e combattiva in questa seconda fase, come all’indomani del 24 febbraio. Orgogliosa della propria solidità democratic­a; compatta nella controffen­siva economica. Solo così potremo affrontare la crisi energetica, la scarsità di merci essenziali come il grano e il balzo dell’inflazione che terranno la guerra di Putin in mezzo a noi.

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a Kiev dopo una giornata di battaglia a Nord della capitale: è lunedì 28 marzo
Soldati dell’esercito ucraino riposano a Kiev dopo una giornata di battaglia a Nord della capitale: è lunedì 28 marzo
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