TRA DATTILOGRAFE DI SCRITTORI E PROF RAPITE DA PALLIDI ALUNNI UN’OLIVETTA VA DI TRAVERSO
BRUNO PERLASCA SCRIVE: «Ho trovato straordinari i racconti di Cynthia Ozick La farfalla e il semaforo. In particolare, Dettatura, che mette in scena le due dattilografe di Henry James e Joseph Conrad, è un gioiello inestimabile, pura beatitudine». Ha detto bene: un gioiello.
MARINA FRONZILLI: «Sono una professoressa di lettere pensionata, divoratrice da sempre di “gialli” e non smetterò mai di ringraziarla per il suo humor puntuto e le segnalazioni di libri: non ne sono mai stata delusa. Ho letto La pazienza del diavolo di Roberto Cimpanelli: dosi eccessive di sesso e violenza, ma belle pagine su Melville e Paolo Conte – due persone di famiglia per me –, su dolore e solitudine. Un passo mi ha fatto sorgere una curiosità nei suoi confronti: è quando viene chiesto alla professoressa Giulia (il più bel lato B del liceo Leopardi) di un ex alunno, Herman d’Amore, che è poi il libraio, ex poliziotto, protagonista del romanzo. “Spesso noi professoresse abbiamo un debole per gli alunni pallidi e con la testa tra le nuvole, com’era Herman, attribuendo loro un’aura romantica e in casi estremi poetica; questi alunni pallidi e chiaramente paraculetti, bravi a spacciare la pigrizia per spleen ,se ne accorgono e ne approfittano alla grande: per qualche strana e ingiusta ragione beccano voti mediamente superiori a quelli di altri che studiano più di loro e che rosicano. Lui infatti… – indica Ermanno –… stava sulle palle a tutta la classe, perché un mezzo voto in più, con me, lo sfangava sempre”. Siccome in questa Giulia mi sono riconosciuta precisa precisa, le chiedo: anche lei era uno di quegli alunni pallidi, con la testa tra le nuvole, nonché paraculetti che faceva innamorare le professoresse ingenue? Io una risposta me la sono già data. Scusi l’impertinenza ma noi vecchie prof siamo fatte così». Viva l’impertinenza. Ricordo una prof di liceo con qualcosa di Juliette Gréco, però ingenua proprio no.
GIANNI CAVERZASIO: «Il Joker non mi piace tanto. Troppi film. E poi ve la tirate un po’. Buona Pasqua. Se passa da Lugano le offro un bicchiere».
FRANCESCO CENTOLA (Napoli, ma in esilio «dorato» a Bologna) scrive: «“Pure da ubriaco marcio, Hemingway, restava un fottuto genio”, scrive King. E barcollando inventò il Martini, 3/4 di Gin, 1/4 di dry Martini e immancabile olivetta. Io ho costretto la simpatica barista di un baretto di periferia a un remake: 1/4 di gin, 3/4 di dry Martini e no olivetta ma grazioso cetriolino croccante!». Vade retro, olivetta! Il suo cocktail farà rivoltare nella tomba Hemingway (il suo Martini era 15 di gin e 1 di vermouth) e Churchill (ah, avercelo ora!), che sostituiva il vermouth con un inchino in direzione della Francia, patria del Lillet Blanc. Mi sa che starò alla larga da Bologna e passerò da Caverzasio a Lugano.
Il Joker è un club (virtuale ma anche viziato) di amici che non si conoscono di persona e amano chiacchierare di romanzi, film, canzoni, sport. L’ingresso, come lo stile, è libero
LE RIVELAZIONI DI UNA EX PROFESSORESSA DI LETTERE. ELOGIO DELL’IMPERTINENZA (MA MAI CON IL MARTINI)