Corriere della Sera - Sette

FILIPPO, DEVOTO E SVAGATO CON PER 70 ANNI LE GAFFE? STRATEGIA

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«Sembrava un giovane vichingo, molto biondo, spavaldo e bello. Poteva far palpitare il cuore a tutte»: la profezia di Lady Kennard, una cugina di Filippo di Edimburgo, si avverò alla massima potenza e il cuore della giovanissi­ma teenager che era allora Elisabetta d’Inghilterr­a, alla vista del cadetto della Marina Filippo allora diciottenn­e cominciò subito a palpitare. Lo amò da tredicenne e non smise mai, un amore anomalo per una regina obbligata a scegliere secondo ragion di Stato anche in faccende di cuore. E invece Elisabetta ha sparigliat­o subito, si sarebbe chinata a tutte le ragion di Stato ma non a quella, dichiarò. E suo padre, il re quasi borghese Giorgio VI, l’accontentò con un matrimonio allegro che, per quanto segnato ancora dalle penurie della guerra appena finita, fu il primo sposalizio mediatico del ’900, ripreso dalla Bbc e diffuso nel mondo.

Lui, eroe della marina inglese, girava l’Europa da vagabondo di lusso fra nobili di seconda linea e svaghi da marinai. Era arrivato a Parigi a 18 mesi in una cesta arancione, nato a Corfù da una coppia subito separata che poteva pretendere ai troni di Grecia e Danimarca (Andrea di Grecia e Alice di Battenberg) e che invece fu costretta all’esilio dai nuovi venti poco monarchici. E lui, che di sangue inglese ne aveva pochissimo, trovò una specie di corona proprio alla corte d’Inghilterr­a. Anche se faticò a ritagliars­i un posto a corte con le sue idee spesso innovative, per esempio quella di comunicare una monarchia più friendly, come nel documentar­io Bbc del 1969, dove secondo suo suggerimen­to si vedeva la Royal Family nella quotidiani­tà. Puntualmen­te boicottato a corte, fu programmat­o una volta e poi sparì per ricomparir­e in The Crown.

Chiacchier­ato per le sue evasioni sentimenta­li, il principe Filippo imparò a stare tre passi indietro alla regina ma non si rassegnò mai del tutto al ruolo di comprimari­o. Si sfogava dicendo quello che pensava. La fama di gaffeur, il talento per dire la cosa sbagliata al momento sbagliato, diventò quasi strategia politica, una specie di processo di individuaz­ione e affermazio­ne all’interno di una corte ostile condotto in porto prima – e con più successo – della nuora capriccios­a. E durato tutta la vita. Erano provocazio­ni politicall­y scorrect (anche se per lui era sense of humour), famosa la frase «Se restate vi verranno gli occhi a mandorla» con cui si rivolse a un gruppo di studenti britannici in Cina. O quella con cui interrogò alcuni imprendito­ri aborigeni in Australia: «Tirate ancora lance?».

Ma Filippo è rimasto sempre molto solidale con quella sua Elisabetta che aveva amato e poi anche molto consigliat­o dietro le quinte. E il matrimonio – capolavoro elisabetti­ano – è durato più di 70 anni. Insieme han governato sui disastri familiari e quelli pubblici, fino a quando, dopo 65 anni di servizio, il principe Filippo è andato in pensione nel 2017. Quando è morto, il 9 aprile di un anno fa, lei lo ha salutato a ciglio asciutto come sa fare una regina. Ma con cuore affranto, chiusa nella sua solitudine fra le panche della cappella di Windsor. Lui aveva voluto una sobria bara su una Land Rover adibita a carro funebre open air. Tutto in diretta tv: davanti a 13 milioni di inglesi.

QUANDO, IN VIAGGIO UFFICIALE IN AUSTRALIA, INTERROGÒ ALCUNI ABORIGENI DIVENTATI IMPRENDITO­RI: «MA TIRATE ANCORA LANCE?»

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