Gli impegnati della (e gli altri) Quel liceo di Milano che stupì gli inglesi
L’istituto Parini, il “classico” milanese più rinomato, diventa un caso sul possibile
che alcuni studenti sostengano che «Hitler perseguitava gli ebrei perché non aveva una precisa idea religiosa»? L’articolo del quotidiano scatena subito il dibattito tra i redattori del
giornale liceale e i disimpegnati: «Voi pariniani medi siete tipici prodotti della società del benessere». La replica: «Vero, abbiamo aspirazioni vaghe. Ma voi scendete dall’aureo Olimpo»
Della Zanzara, il giornale degli studenti del Liceo Parini di Milano, si è recentemente parlato anche in Inghilterra: il numero del 22 aprile di The Guardian, un autorevole quotidiano londinese, ha infatti ripreso l’inchiesta svolta da alcuni «pariniani» sul loro giornale, per verificare quanta conoscenza della storia contemporanea avessero i loro compagni.
Bisogna dire che di questa conoscenza ne avevano – per la maggioranza – punto o poca, si che più d’un osservatore estraneo si è stupito che tanti studenti del più rinomato liceo di Milano (la cui fama di serietà culturale è provata – fra l’altro – anche dall’alto livello degli ultimi numeri della Zanzara) avessero le idee così confuse, e dichiarassero, tanto per fare un esempio, che «Hitler perseguitava gli ebrei perché non aveva una precisa idea religiosa».
Se ne sono evidentemente stupiti anche i redattori della Zanzara, che – forse consapevoli di far parte di un élite impegnata ma ristretta – hanno dedicato gli ultimi numeri del loro mensile alla scoperta dei «pariniani medi», vale a dire degli studenti normali, disimpegnati, che non scrivono sulla Zanzara e non partecipano all’associazione studentesca. L’intento era polemico, ed è riuscito: gli interessati hanno reagito.
Ne sono nati due dei numeri più vivaci che un giornale studentesco abbia mai pubblicato: resi vivaci proprio da questa insolita querelle, in cui gli uni accusavano gli altri di essere dei «tipici prodotti della società del benessere», privi di ideali, di interessi seri e degni, ma si sentivano prontamente rimbeccare con l’invito a «dimenticare il proprio orgoglio di giovani maturi e impegnati e scendere dal proprio aureo Olimpo», per scoprire chi sono in realtà i loro compagni e che cosa precisamente vogliono. E via dicendo: confessiamo di non poter essere precisamente imparziali, perché il ricordo delle nostre ancor recenti collaborazioni a più d’un giornale studentesco ci spinge prepotentemente dalla parte dei bravi redattori della Zanzara.
Sarà quindi bene astenersi da un giudizio definitivo: certo il problema è interessante. Come si possono conciliare tra loro due categorie di studenti apparentemente cosi antitetiche?
Da una parte troviamo ragazzi rigidamente impegnati, tutti dediti alla stesura di rigorosissimi articoli sui contenuti culturali della scuola, su Garcia Lorca e Cesare Pavese, e sulla vexata quaestio dei rapporti fra le due culture, studenti che hanno fatto recentemente uscire un numero unico dedicato alla Resistenza del quale non si potrebbe dire altro che bene. Dall’altra parte ci sono dei ragazzi che non sanno bene che cosa vogliono: «Le mie aspirazioni sono vaghe: voglio vivere una vita interessante »... «non so di preciso quali siano le mie aspirazioni, non mi sono mai posto questo problema in termini chiari»... «so perfettamente che siamo pigri, che abbiamo paura delle novità, che vorremmo avere tutto già pronto...». Ma naturalmente rifiutano di sottoscrivere il pesante giudizio che su di loro danno i loro compagni: si sentono persone normali, simili a quasi tutti gli altri. Accusano, semmai, proprio i loro interlocutori di essere dei «mostri». Ma l’accusa è infondata.
Ecco i termini della polemica, termini che superano di gran lunga il perimetro del Liceo Parini di Milano, e coinvolgono tutti gli studenti, non solo italiani.
Ci sembra comunque indubitabile che proprio l’attualità di una simile querelle prova che 1 giornali studenteschi hanno la capacità di colpire nel segno, di individuare i precisi problemi degli studenti e del loro ambiente. E i redattori della Zanzara hanno dimostrato di avere il coraggio di proporsi il problema della validità del loro stesso impegno, mostrando di non vivere affatto in quell’Olimpo da cui i loro compagni li invitano a scendere. In fondo il loro scopo è semplice: «vorremmo creare negli studenti un interesse che li spinga ad informarsi, in modo che ciascuno dalla sua ricerca tragga qualcosa di valido». Auguri.