VIVA LA LETTERATURA MINORE! (SE SCRIVERE DI SPORT È LETTERATURA MINORE)
LA GRANDE SCRITTURA è una questione di sottigliezza. Nel romanzo Serge (Adelphi) di Yasmina Reza il personaggio di Jean dice: «Mi è tornata in mente una scena dei Fratelli Karamazov :un uomo frusta un cavallo sugli occhi docili. In altre traduzioni si legge sugli occhi miti .Ma docili eleva la frase».
CARLA GALLO SCRIVE: «La seguo da diversi anni e molto spesso mi sono trovata d’accordo con i suoi consigli (Trollope e Manzini per fare un paio di nomi...), ma su altre scelte non l’ho seguita (ammetto di avere un forte pregiudizio su Enrico Vanzina, magari un giorno mi ricrederò). Mi è piaciuto 1908 F.C. Inter. Le storie (Hoepli), un libro pieno di pathos e molto ben scritto (del resto la prefazione è del poeta Cucchi...). E sa cosa ho trovato in fondo al volume? “Silvano Calzini ha corretto le bozze”. Un illustre correttore di bozze (penso proprio che sia lo stesso che tanti contributi creativi ha fornito alla sua rubrica). Una domanda: perché si ritiene una letteratura minore quella che parla di sport?».
AI PREGIUDIZI PREFERISCO I POST-GIUDIZI. Uno dei miei post-giudizi più forti riguarda i libri sull’Inter, ormai un genere letterario (e opportunistico). Non li amo, a parte un classico come Fregati da Dio di Aldo Vitali (che ha qualcosa di epico). Nei libri sull’Inter trovo spesso una lamentosità arrogante (o un’arroganza lamentosa).
Guarderò il libro che lei dice, ma finirò probabilmente per preferirgli la rilettura di Maledetto United, il più grande e vero dei romanzi calcistici, oppure di un derby antico come li raccontava Gianni Brera. Inter-Milan (2 a 0) dell’ottobre 1979, per esempio. Incipit: «Piove sui nostri volti silvani e, che è molto peggio, sulla 7a di campionato... Ho fatto ricorso a un famoso versacchiotto dannunziano perché senza dubbio il clima influirà sull’andamento della giornata...». Poi Brera narra la vigilia della stracittadina con i suoi riti: «Per i nerazzurri la vittoria potrebbe valere 2 milioni a testa. La squadra nel pomeriggio è andata a Messa col presidente, poi tutti a vedere un film western-spaghetti ed infine la ritirata». Se questa è letteratura minore, viva la letteratura minore.
KURT VONNEGUT amava tenere discorsi irresistibili ai laureati delle università americane (Quando siete felici, fateci caso, Bompiani). Nel discorso In che modo la musica cura i nostri mali (e ce ne sono abbastanza) sembra Totò: «Gli esseri umani sono scimpanzé che quando si ubriacano di potere perdono il controllo. Io stesso ho provato quel tipo di ebbrezza. Un tempo sono stato caporale». A proposito di musica (come cura dei nostri mali), Vonnegut dà disposizioni per il suo funerale: a chiudere la cerimonia un valzer di Strauss così i mesti partecipanti andranno via sorridenti e danzanti. «Um, pa, pa, um, pa, pa».
IL PIÙ GRANDE E VERO DEI ROMANZI CALCISTICI È MALEDETTO UNITED, OPPURE UN DERBY RACCONTATO DA BRERA