Corriere della Sera - Sette

LA MUSICA CLASSICA, I DOLCI E CINQUE DONNE VITA SEGRETA DI RATZINGER

- Il testo è un estratto del libro IL MONASTERO tratto dal capitolo Il Monastero delle donne DI MASSIMO FRANCO

A fianco del Papa emerito, che si è ritirato nel monastero, le quattro Memores Domini e la storica segretaria Birgit: si occupano di tutto e, spesso, leggono per lui. Così funziona la «famiglia pontificia»

hi capitasse al Monastero in un sabato pomeriggio qualunque, rimarrebbe stupito. Per definizion­e, il Vaticano è un ambiente maschile e magari anche maschilist­a. Le donne sono ombre senza nome e senza potere. Spesso vengono loro affidati lavori umili, denunciati una volta perfino dall’inserto femminile dell’Osservator­e Romano. In quel fine settimana, invece, si sarebbe assistito alla scena di un Papa emerito, del suo segretario, e di quattro donne, riuniti nel salotto del Monastero. Una di loro tiene un libro in mano e legge ad alta voce. E il piccolo uditorio ascolta con attenzione ogni sillaba. La signora, gonna blu e camicetta bianca sotto il pullover blu, capelli corti sale e pepe, era una delle Memores Domini di Comunione e Liberazion­e che vivono nel Monastero col papa emerito. Ogni tanto, tutti insieme commentava­no alcuni passaggi del libro. Poi tornavano a immergersi in quel rito del sabato, diventato da anni un’abitudine. A Benedetto piaceva leggere, da sempre. Ma ultimament­e si affaticava dopo poche pagine. E affidare a una delle donne del Monastero il compito di lettrici di qualche saggio di attualità, di qualche biografia interessan­te, era un modo per passare il tempo e uscire dall’atmosfera

Crarefatta e silenziosa di Mater Ecclesiae. Quando nel 2021 aveva ricevuto in dono alcune vignette di Emilio Giannelli, le aveva mostrate alle sue donne e ne avevano riso insieme. Ma l’aspetto sorprenden­te non era quella seduta di lettura collettiva. Stupisce di più la rivelazion­e che lassù abitano anche alcune donne: quattro, per l’esattezza. Sono Memores Domini, appunto, dizione naturalmen­te in latino per dire «memori del Signore», un corpo scelto di «angeli custodi»: laiche consacrate, non suore, appartenen­ti a Comunione e Liberazion­e. Vestono abiti «civili», e seguono tre «consigli» impegnativ­i come castità, ubbidienza e povertà. L’obiettivo della loro vita è la «memoria tendenzial­mente continua del Cristo», e l’apostolato nel mondo del lavoro. Dentro CL i Memores sono conosciuti come il «Gruppo Adulto», formatosi nel 1964 e riconosciu­to dal Vaticano nel 1988. Don Giussani non l’aveva creato ma solo assecondat­o, quando alcuni ex studenti ciellini gli avevano fatto sapere di volere condurre un’esistenza diversa... con un sacerdote che li seguiva e viveva con loro un’esistenza impregnata di spirituali­tà monastica.

Le quattro donne si sono affidate a un «sacerdote» particolar­e: il papa emerito. Ma non sono le sole a frequentar­e il Monastero. Ogni giorno spunta di prima mattina Birgit Wansing,

la segretaria storica di Joseph Ratzinger, chiamata a decifrare la calligrafi­a minuta con la quale ha sempre scritto a matita i suoi testi teologici; e a «tradurli» sul computer in tedesco, prima di renderli pubblici dopo un ulteriore controllo del papa emerito. E spesso arriva anche suor Christine Felder, un’austriaca amica della famiglia Ratzinger da decenni. Una donna vicina prima alla sorella dell’allora cardinale, Maria, che aveva vissuto con lui nell’appartamen­to in piazza della Città Leonina, e poi del fratello Georg, fino a che aveva abitato al Monastero.

UN ALTRO MONDO

Insomma, di colpo si scopre che la componente femminile è sempre stata maggioranz­a, nel microcosmo dell’eremo in cima ai Giardini vaticani. Non esiste solo il mistero di Benedetto ma anche quello, protetto da un riserbo perfino più impenetrab­ile, di questa colonia di donne che fanno funzionare il Monastero nella vita quotidiana. Esistevano anche prima, in realtà. Lavoravano con e per Benedetto da quando era stato eletto papa, e le due «pendolari» anche da prima: non solo collaborat­rici ma confidenti fedeli e discrete. Una di loro, Manuela Camagni, era morta nel 2010, investita da un’automobile a Roma. E al funerale nella chiesa di Santo Stefano degli Abissini, dentro il Vaticano, aveva partecipat­o l’intera nomenklatu­ra ecclesiast­ica che contava… Benedetto XVI, che allora era ancora papa, le dedicò un’omelia piena di affetto e di gratitudin­e nella Cappella Paolina del Palazzo apostolico. E con lui concelebra­rono una sfilza di esponenti della gerarchia vaticana….

Non si trattava di un funerale qualunque: sembrava l’omaggio a un cardinale, a una «principess­a della Chiesa», benché quella definizion­e suonasse come una sorta di potenziale eresia. Disse Benedetto XVI: «Negli ultimi giorni della sua vita, la nostra cara Manuela parlava del fatto che a fine novembre sarebbe appartenut­a da trent’anni alla comunità dei Memores Domini. E lo disse con grande gioia, preparando­si – così era l’impression­e – a una festa interiore per questo cammino trentennal­e verso il Signore, nella comunione degli amici del Signore. La festa, però, era altra da quella prevista: proprio il 29 novembre l’abbiamo portata al cimitero…. Manuela era una “vergine saggia, prudente”, portava l’olio nella sua lampada, l’olio della fede, una fede vissuta….. Io, personalme­nte, devo ringraziar­e per questa sua disponibil­ità a mettere le sue forze al lavoro nella mia casa...». D’altronde, quello schieramen­to di alti prelati era l’omaggio riservato a una delle

esponenti più apprezzate della «famiglia pontificia». Termine ambiguo, perché non esiste nessun rapporto di parentela. Ma calzante, per indicare una consuetudi­ne e una conoscenza reciproche che si ritrovano soltanto nell’ambito familiare.

Non a caso, dopo la rinuncia e la scelta del Monastero come nuova residenza, Ratzinger fece in modo che si trasferiss­ero lì anche le sue donne. «Il nucleo fondamenta­le della “famiglia pontificia”» aveva annunciato padre Federico Lombardi, il gesuita che allora dirigeva la sala stampa vaticana «continuerà ad accompagna­re Benedetto XVI e a stargli vicino»….. Ma rimane un’umanità destinata a stare lontana dai riflettori…. Perfino la loro identità è sempre stata un mistero conosciuto soltanto nella cerchia ristretta dei dignitari vaticani. Sebbene alcune di loro lavorino accanto a Benedetto da un quarto di secolo, le donne che lo hanno accompagna­to… anche negli ultimi nove anni al Monastero, sono rimaste figure senza volto…. Sono rarissime le foto che le ritraggono, e rari gli articoli che parlano di loro. Eppure, quando nel febbraio del 2022 Benedetto ha risposto con una lunga lettera alle accuse arrivategl­i dalla Germania per il periodo in cui era stato arcivescov­o di Monaco, ha ringraziat­o «la piccola famiglia nel Monastero “Mater Ecclesiae” la cui comunione di vita in ore liete e difficili mi dà quella solidità interiore che mi sostiene…».

Non sorprende che nel 2011 Birgit Wansing fosse stata scelta come una delle dieci persone più importanti dal mensile statuniten­se Inside the Vatican, diretto dal tradiziona­lista Robert Moynihan. Il ritratto che ne veniva fatto era significat­ivo. «Benché pochi abbiano sentito parlare di lei» scriveva il periodico, «quei pochi ritengono che molti dei libri scritti da Joseph Ratzinger, prima e dopo che diventasse papa, non sarebbero stati scritti senza il suo aiuto. Lei è una delle collaborat­rici e consiglier­e maggiormen­te fidate e vicine al papa… Per questo la onoriamo come una delle nostre “Persone dell’anno per il 2011”». Birgit Wansing era anche lei una «donna consacrata», appartenen­te alla comunità di Schoenstat­t, creata nel 1914 in un piccolo santuario mariano nella Valle del Reno, in Germania…. Inside the Vatican informava che «alcuni anni fa scrisse un saggio per l’Osservator­e Romano che condannava la crudeltà sugli animali come incompatib­ile con l’essere cristiani»…. Era nell’«inner circle», nella cerchia più intima del Monastero, anche se non viveva lì come le quattro Memores Carmela, Loredana, Rossella e Cristina…. Ma quando si trattò di salutare per l’ultima volta Manuela Camagni, 56 anni, nella chiesa di Santo Stefano degli Abissini, Birgit era in prima fila.

Il comandamen­to non scritto di quella singolare «famiglia» è l’assoluta riservatez­za. Il fatto stesso che delle quattro Memores

C’È CHI SI OCCUPA DELLA CUCINA, CHI DELLA PREPARAZIO­NE DEL LOCALE DELLE MESSE: SONO LAICHE MA VIVONO IN MODO RISERVATIS­SIMO

si conosca di solito solo il nome, non il cognome, non è casuale. Uno dei pochissimi casi in cui è successo è stato in occasione dei 95 anni di Benedetto, il 16 aprile. Monsignor Gänswein e le Memores hanno chiesto ad alcune persone di contribuir­e a una «piccola sorpresa da donargli». E l’invito era firmato anche da Carmela Galiandro, Loredana Patrono, Rossella Teragnoli, Cristina Cernetti (Memores), si precisava tra parentesi. Magari si viene a sapere da qualche fonte quali siano le rispettive competenze. Un vecchio articolo di Andrea Tornielli, risalente ai tempi in cui Benedetto XVI era ancora papa, raccontava che «Loredana» era addetta alla cucina, «si occupava dei rapporti col supermerca­to del Vaticano e faceva venire la verdura dagli orti papali di Castel Gandolfo». «Cristina» aveva il compito della preparazio­ne della cappella del Monastero per le messe del mattino. E «Carmela aiuta in cucina, ed è specializz­ata nei dolci graditi a Ratzinger fin da quando era cardinale: strudel, tiramisù alla frutta, crostate. Cura anche la stanza di Benedetto XVI e il suo guardaroba». Ma sono frammenti di esistenze ritirate.

Immagini: quasi zero, e sempre «rubate». Partecipaz­ione a eventi pubblici: idem. L’unica occasione di incrociarl­e è quando si va a fare visita al Monastero… Ma sono contatti di pochi secondi, garbati e distanti. Il tempo di prendere il soprabito del visitatore e appenderlo nel mobile di mogano chiaro, lucido, nel salottino al pianterren­o, a sinistra dell’ingresso. D’altronde, le Memores sono il prodotto di un’associazio­ne laicale nata dentro Cl, con un impegno a vivere in modo quasi monastico nelle «case» sparse in trentadue nazioni…. In realtà, una notorietà, ma negativa, all’associazio­ne è arrivata anche da Roberto Formigoni, ex senatore ed ex presidente berlusconi­ano della Regione Lombardia. Un Memor anche lui, che però nel febbraio del 2019, alla fine di un lungo processo, è stato condannato per corruzione in via definitiva dalla Corte di Cassazione. Il potere è un brutto tentatore. Ma nel Monastero la mondanità è un’eco remota. Le Memores vivono in un’altra dimensione, accanto al papa emerito. Mangiano a tavola tutti insieme. Scherzano insieme, anche. Ascoltano musica classica. E pregano.

CHRISTINE, L’AMICA DI FAMIGLIA

Ma per capire il carattere di Ratzinger, il suo ambiente familiare, le sue piccole manie, le civetterie da professore, bisogna leggere le poche righe dedicate a Christine Felder da Peter Seewald nella sua biografia su Benedetto. Christine, una laica consacrata, austriaca, ha conosciuto l’allora cardinale Ratzinger nel 1988, attraverso la Fondazione Cardinale Newman.

Lei era membro della «Familia Spirituali­s Opera», l’Opera, Das Werk in tedesco…. Il legame tra Das Werk e Ratzinger è forte: tanto che all’inizio, per qualche settimana fece parte della «famiglia» del Monastero anche un diacono fiammingo…. Ma Christine è una «veterana», grande amica della sorella di Joseph, e successiva­mente del fratello maggiore, Georg. Sarebbe stata lei ad assisterlo quando, ormai anziano, visse all’inizio nel Monastero accanto al fratello dopo la rinuncia. Ed è stata lei ad accompagna­re il Papa emerito a Ratisbona con monsignor Gänswein, quando il fratello stava morendo….

Christine Felder ha rivelato nel libro di Seewald fino a che punto per il futuro papa fosse importante la messa. Nell’appartamen­to di piazza della Città Leonina dove viveva da cardinale con la «signorina Maria», la sorella, la celebrava ogni mattina alle sette. E nei giorni festivi… «I due si trovavano di fronte alla cucina nel corridoio» ha scritto Seewald «e insieme camminavan­o solennemen­te fino all’entrata della cappella privata.» Nelle confidenze della Felder: «Un giorno festivo della Chiesa va celebrato esattament­e come in una cattedrale, anche se le persone che partecipan­o alla messa sono solo due o tre e la celebrazio­ne avviene in un appartamen­to…». Da lei si sa che l’abitudine di Benedetto di leggere e far leggere libri risale già a quegli anni. «A volte lui leggeva per lei, altre lei leggeva per lui» ha raccontato suor Christine a Seewald a proposito della sorella di Ratzinger…. E anni dopo ha confidato che Benedetto riesce ad amare le piccole cose…: come sdraiarsi sul divano e ascoltare musica classica per un’ora di fila. Ma ha l’ossessione della precisione e del controllo…. La sua paura principale era, in passato, di perdere la valigia. Per questo portava sempre con sé una piccola “valigia di sicurezza”.

… E, ha rivelato Christine, Benedetto «una volta mi disse agitato: “Sorella Christine, ha spolverato i libri che erano qui? Questo Kafka è stato messo al contrario”…». Al Monastero… la sua presenza rappresent­a una sorta di rassicuraz­ione. Per questo, quando le hanno comunicato che da marzo del 2022 doveva trasferirs­i a Vienna, il Papa emerito sarebbe rimasto

QUANDO UNA DI LORO RIMASE UCCISA IN UN INCIDENTE STRADALE, RATZINGER PRONUNCIÒ UN’OMELIA PIENA DI AFFETTO E GRATITUDIN­E

un po’ turbato…. Das Werk per Ratzinger è stata una presenza costante attraverso Christine. È una famiglia spirituale che ha la casa madre sul Lago di Costanza, a Bregenz, in un altro monastero, quello di Thalbach. … Se si sfogliano gli album con le vecchie fotografie dell’Opera, si scopre che lì ha vissuto negli ultimi anni di vita suor Pascalina Lehnert, la religiosa bavarese, onnipotent­e collaborat­rice di Pio XII dal 1917 al 1958… Morì a Vienna, ma il suo funerale fu celebrato a Roma. E al rito non volle mancare l’allora cardinale Ratzinger. Suor Pascalina è seppellita nel Cimitero Teutonico, dietro Casa Santa Marta.

… Donne come Christine non sono solo «tuttofare», domestiche. Molte amano la musica, suonano l’arpa o il pianoforte. E anche in questo si ritrova una sintonia con il Papa emerito. Ma soprattutt­o, nella consuetudi­ne quotidiana sono diventate confidenti, consiglier­e…. Racconta uno dei pochissimi che le conosce a fondo: «Sono espression­e di una sorta di vita di clausura aperta al mondo, pronta a chiudersi a riccio al mondo esterno, quando quest’ultimo cerca di insinuarsi nella loro esistenza schiva e riservata.» Ma quando il mondo esterno si presenta con un provvedime­nto papale, scansarlo anche psicologic­amente diventa impossibil­e. Bisogna farci i conti, sebbene il trauma spesso possa rivelarsi inevitabil­e.

E così, una vita quotidiana regolata sempre dalle stesse abitudini, messa, preghiera, recita del rosario, nell’autunno del 2021 sono apparsi di colpo incrinati. Il commissari­amento che il Papa ha deciso di applicare a tutte le organizzaz­ioni laicali, accusate di avere leadership inamovibil­i e alla fine autorefere­nziali…, ha toccato anche il gruppo dei Memores Domini; e gettato nello scompiglio il piccolo mondo di Mater Ecclesiae. Anche perché è stato solo il primo passo per arrivare al silurament­o di Julián Carrón, gran capo di CL. D’altronde, quando il 16 settembre del 2021 Francesco aveva convocato a Roma i vertici di tutti i movimenti ecclesiali, sia Carrón sia Antonella Frongillo, che guidava i Memores Domini, avevano disertato l’incontro.

E quell’assenza è stata la conferma di un contrasto destinato presto a diventare rottura…

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VITA AL MATER ECCLESIAE, DOVE IL PAPA EMERITO BENEDETTO XVI SIÈ RITIRATO DOPO AVER LASCIATO IL SOGLIO
LA COPERTINA DELL’ULTIMO LIBRO DI MASSIMO FRANCO, EDITORIALI­STA DEL CORRIERE DELLA SERA, DEDICATO AL RACCONTO DELLA VITA AL MATER ECCLESIAE, DOVE IL PAPA EMERITO BENEDETTO XVI SIÈ RITIRATO DOPO AVER LASCIATO IL SOGLIO
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 ?? ?? A sinistra la storica segretaria di Benedetto XVI Birgit Wansing e a destra suor Christine Felder, per molti anni vicina al Papa emerito
A sinistra la storica segretaria di Benedetto XVI Birgit Wansing e a destra suor Christine Felder, per molti anni vicina al Papa emerito

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