Corriere della Sera - Sette

L’ECCEZIONAL­ITÀ

DEL RIPETERSI DELLA STORIA

- MUSEO ARCHEOLOGI­CO NAZIONALE, VENEZIA DI MARC QUINN

HISTORYNOW, i nuovi dipinti dell’artista inglese, trattano le news che irrompono sui nostri smartphone. Messe in dialogo con icone dell’antichità

La Storia mi ha sempre affascinat­o. Nell’ultimo anno sono successe talmente tante cose, che sembra davvero incredibil­e, specie quando le vedi tutte assieme in una sala o in una serie di sale. Quello che ritengo davvero interessan­te – in termini storici – in relazione al Museo Archeologi­co Nazionale di Venezia è che, anche se questi eventi sembrano straordina­ri e una tantum, nell’ambito della collezione le curatrici Aindrea Emelife e Francesca Pini hanno anche trovato opere che riflettono molte di queste idee e concetti che si ritrovano nelle notizie d’attualità, dimostrand­o che ci sono davvero delle costanti nella storia, certo in modo strano, oltre ad essere assolutame­nte eccezional­i in questo frangente. Quindi hai questo senso dell’ assolutame­nte eccezional­e e del continuum insieme.

All’inizio del lockdown ero da solo nel mio studio, dove andavo ogni giorno, non sapendo davvero cosa fare, ma volevo confrontar­mi con ciò che stava accadendo nel mondo, e parallelam­ente ero ossessiona­to – come tutti – dall’unica finestra sul mondo che avevamo davvero, che era il mio telefono , e vedere tutte le storie, tutte le diverse cose che accadevano, mentre quando apri la porta e guardi in strada non c’è niente, tutto è vuoto, non c’è nessuno lì. Quindi tutta questa faccenda tra realtà virtuale e realtà vera, veramente avvincente in una situazione in cui ogni storia lo è, in cui ogni storia è importante, in cui ogni storia è la storia di qualcun altro che comparteci­piamo e vediamo . Ed è anche una storia condivisa, perché sono sicuro che tutti nella situazione stavano facendo la stessa cosa. E quindi ho pensato che avrei dovuto scrivere una sorta di diario di ciò che stava accadendo, lavorando con gli screenshot.

E poi, naturalmen­te, è arrivato il terribile evento dell’invasione dell’Ucraina, davvero un altro evento storico mondiale... Riguardo a questo accadiment­o, qui nella mostra HISTORYNOW ci sono due opere: una con un sottomarin­o russo che attraversa il Bosforo con il suo periscopio che riecheggia i minareti della Moschea Blu: davvero qualcosa sull’impero e sui cambiament­i dell’impero e sulle placche tettoniche storiche. E poi c’è un’immagine molto umana, quella di una madre con il bambino, scattata da Lynsey Addario, a Kiev. C’è questa donna che tiene il suo bambino in un modo così tenero e bello, che sembra uscita da un dipinto degli antichi maestri, da un Memling o da un Petrus Christus. Così, mentre accadono cose terribili che minacciano il mondo, allo stesso tempo avviene anche la realtà della vita. E in questo caso, per me, l’idea della madre che tiene il il bambino è un così grande emblema di speranza e di futuro. E il bambino è l’avvenire dell’Ucraina.

Si tratta di questo potere democratic­o dei social media. Penso che in un certo senso siano la cosa peggiore che sia successa al mondo, e la migliore, e penso spesso che le qualità di qualcosa siano, al contempo, sia le peggiori che le migliori. Mi sentivo come se dovessi catturare l’istante, nel momento.

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Nazionale di Venezia (uno dei musei pubblici
più antichi d’Europa fondato nel 1587)è allestita HISTORYNOW, la mostra dell’artista inglese Marc Quinn, curata da Aindrea Emelife e Francesca Pini,
fino al 23 ottobre. Sopra, l’opera The future, da uno screenshot del New York Times
Al Museo Archeologi­co Nazionale di Venezia (uno dei musei pubblici più antichi d’Europa fondato nel 1587)è allestita HISTORYNOW, la mostra dell’artista inglese Marc Quinn, curata da Aindrea Emelife e Francesca Pini, fino al 23 ottobre. Sopra, l’opera The future, da uno screenshot del New York Times

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