L’ECCEZIONALITÀ
DEL RIPETERSI DELLA STORIA
HISTORYNOW, i nuovi dipinti dell’artista inglese, trattano le news che irrompono sui nostri smartphone. Messe in dialogo con icone dell’antichità
La Storia mi ha sempre affascinato. Nell’ultimo anno sono successe talmente tante cose, che sembra davvero incredibile, specie quando le vedi tutte assieme in una sala o in una serie di sale. Quello che ritengo davvero interessante – in termini storici – in relazione al Museo Archeologico Nazionale di Venezia è che, anche se questi eventi sembrano straordinari e una tantum, nell’ambito della collezione le curatrici Aindrea Emelife e Francesca Pini hanno anche trovato opere che riflettono molte di queste idee e concetti che si ritrovano nelle notizie d’attualità, dimostrando che ci sono davvero delle costanti nella storia, certo in modo strano, oltre ad essere assolutamente eccezionali in questo frangente. Quindi hai questo senso dell’ assolutamente eccezionale e del continuum insieme.
All’inizio del lockdown ero da solo nel mio studio, dove andavo ogni giorno, non sapendo davvero cosa fare, ma volevo confrontarmi con ciò che stava accadendo nel mondo, e parallelamente ero ossessionato – come tutti – dall’unica finestra sul mondo che avevamo davvero, che era il mio telefono , e vedere tutte le storie, tutte le diverse cose che accadevano, mentre quando apri la porta e guardi in strada non c’è niente, tutto è vuoto, non c’è nessuno lì. Quindi tutta questa faccenda tra realtà virtuale e realtà vera, veramente avvincente in una situazione in cui ogni storia lo è, in cui ogni storia è importante, in cui ogni storia è la storia di qualcun altro che compartecipiamo e vediamo . Ed è anche una storia condivisa, perché sono sicuro che tutti nella situazione stavano facendo la stessa cosa. E quindi ho pensato che avrei dovuto scrivere una sorta di diario di ciò che stava accadendo, lavorando con gli screenshot.
E poi, naturalmente, è arrivato il terribile evento dell’invasione dell’Ucraina, davvero un altro evento storico mondiale... Riguardo a questo accadimento, qui nella mostra HISTORYNOW ci sono due opere: una con un sottomarino russo che attraversa il Bosforo con il suo periscopio che riecheggia i minareti della Moschea Blu: davvero qualcosa sull’impero e sui cambiamenti dell’impero e sulle placche tettoniche storiche. E poi c’è un’immagine molto umana, quella di una madre con il bambino, scattata da Lynsey Addario, a Kiev. C’è questa donna che tiene il suo bambino in un modo così tenero e bello, che sembra uscita da un dipinto degli antichi maestri, da un Memling o da un Petrus Christus. Così, mentre accadono cose terribili che minacciano il mondo, allo stesso tempo avviene anche la realtà della vita. E in questo caso, per me, l’idea della madre che tiene il il bambino è un così grande emblema di speranza e di futuro. E il bambino è l’avvenire dell’Ucraina.
Si tratta di questo potere democratico dei social media. Penso che in un certo senso siano la cosa peggiore che sia successa al mondo, e la migliore, e penso spesso che le qualità di qualcosa siano, al contempo, sia le peggiori che le migliori. Mi sentivo come se dovessi catturare l’istante, nel momento.