Corriere della Sera - Sette

GRILLO “DIMENTICA” PUTIN E NEL BLOG RIFLETTE SUL PREZZO DEL POLLO

- DI FABRIZIO RONCONE froncone@rcs.it

Il macellaio di Mosca – come sapete – sta creando un bel po’ di imbarazzi ad alcuni suoi vecchi amichetti della politica italiana. Lo Zio Silvio ha aspettato addirittur­a una cinquantin­a di giorni, tra civili massacrati e città bombardate, prima di ammettere che è profondame­nte deluso, perché davvero gli era sembrato che avesse un’indole di tutta pace e democrazia, l’uomo con cui trascorrev­a memorabili serate in una dacia blindata, fuori il gelo della steppa e dentro il calore della vodka e l’allegria scatenata dalle danzatrici del ventre. A Matteo Salvini, invece, la lingua continua a rimanere incollata al palato e proprio non riesce ancora nemmeno a pronunciar­la quella semplice parolina composta da cinque lettere: P-u-t-i-n. E Beppone Grillo? Grillo dimostra, ancora una volta, d’essere quello che è: un ex comico. Da settimane, il fondatore del Movimento 5 Stelle, autoprocla­matosi Elevato, sul suo Blog parla infatti – senza far ridere – d’altro: il prezzo del pollo, crudeltà genetica; le aziende lanciano la settimana di lavoro corta in Italia; la bioeconomi­a arriva tra i banchi delle scuole italiane; alle Barbados, il governo lavora ad un reddito universale per tutta la popolazion­e. Intanto però ci sarebbe anche un’altra popolazion­e che le truppe russe sterminano e ammassano nelle fosse comuni. Ma Grillo, su questo argomento, tace. Dall’inizio dell’invasione. Tragico impaccio? O ci sfugge qualcosa? Grillo, nel tempo, tra un insulto e una minaccia delle sue, ci ha sempre urlato: «Putin? La politica internazio­nale ha bisogno di uomini di Stato forti come lui!». Per farsi di colpo serio, e ammonirci severo: «Finitela con questa russofobia». Che poi: non solo parole, ma atti concreti. L’11 giugno del 2015, come ricostruit­o dalla Stampa, il Movimento lanciò infatti una grossa campagna sul blog di Grillo, con titolo eloquente: «Revocare le sanzioni alla Russia, l’Italia ha perso un miliardo». Il dossier venne affidato a Manlio Di Stefano, attuale sottosegre­tario di Stato agli Affari Esteri (capite nelle mani di chi stiamo?) e ad Alessandro Di Battista (vabbè). E furono loro due ad accompagna­re Grillo dall’ambasciato­re russo Razov, a Villa Abamelek, Roma, quartiere Monteverde. Che combriccol­e. Che brutte amicizie. E che pena, adesso, questo silenzio in tempo di morte.

Beppe Grillo, 73 anni, fondatore dei Cinque Stelle

IL SILENZIO DELL’EX COMICO, CHE TUONAVA: «LA POLITICA HA BISOGNO DI UOMINI COME LUI»

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