LE FABBRICHE-COMUNITÀ ATTUALIZZARE OLIVETTI PER IL «GIUSTO PROFITTO»
Nel lontano agosto del 2009 cinque operai dell’Ex Innocenti di Milano Lambrate salirono su una gru a più di 10 metri di altezza per impedire lo smantellamento di una fabbrica-simbolo della manifattura lombarda. Il loro coraggio – rimasero su 8 giorni e 8 notti – fece epoca perché cambiava le forme di lotta e “spettacolarizzava” il conflitto sindacale. Infatti giornali e tg seguirono passo passo la vertenza e alla fine immortalarono la vittoria di quegli operai. Un ex tornitore bresciano diventato imprenditore, Attilio Camozzi, acquistò la fabbrica e promise di darle un futuro. Così è stato – è nata la Camozzi Advanced Manufacturing nella robotica – e a raccontarlo oggi è un altro bresciano, Maurizio Zipponi, ex sindacalista ed ex parlamentare e ora consulente industriale.
In collaborazione con la Fondazione Feltrinelli ha messo assieme la storia dell’ex Innocenti a quella di altre due aziende del suo territorio, la Volpi (salumi) e la Mondini (meccanica) e le ha chiamate «fabbriche-comunità», riprendendo il leitmotiv di
Adriano Olivetti. Da allora è passato un secolo, «ma la fabbrica di oggi, sia essa una manifattura, un supermercato o un ufficio, è un luogo dove ancora convivono storie ed esperienze, valori, doveri e diritti, tutti elementi che concorrono a definire il buon andamento in termini di produttività», spiega Zipponi. L’impresa gentile, aggiunge, deve basarsi sulla fiducia, non solo sul controllo e quindi deve ripensare la tradizionale struttura gerarchica. Se questo processo si realizza produttività diventa una parola che si abbina tranquillamente a innovazione e partecipazione.
Per poter anche solo immaginare un percorso di questo tipo servono, certo, imprenditori illuminati come i Volpi, i Mondini e i Camozzi «ma anche un lavoro certosino dal basso che sappia affrontare i problemi di ciascuna officina, le esigenze di welfare familiare e le prospettive di crescita professionale». È questa la strada per creare, prima, un valore condiviso e subito dopo quello che Zipponi definisce «giusto profitto».
LA PROPOSTA DI ZIPPONI SULLA SCIA DEL SUCCESSO, NEL 2009, DEGLI OPERAI SULLA GRU