Corriere della Sera - Sette

CATTELAN INSEGUE LA RICETTA DELLA FELICITÀ

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DOCU-SERIE UNA SEMPLICE DOMANDA NETFLIX

Il mestiere di Alessandro Cattelan non è di quelli semplici. Perchè lui, di fatto, non è un semplice conduttore televisivo. Alessandro Cattelan è Alessandro Cattelan, un po’ come Fiorello è Fiorello, cioè dei personaggi che non fanno un lavoro ma se lo cuciono attorno. Per questo, Una semplice domanda non è solo un programma di interviste, ma è lo sguardo del conduttore alla ricerca – possibilme­nte – di qualche risposta quando si parla di felicità. Cosa significa essere felici? Quando lo si è davvero? Cosa ci aiuta ad esserlo? Cattelan ha avuto l’intuizione e la libertà di dedicarsi a questa ricerca, andando apparentem­ente a braccio nell’individuaz­ione di una traiettori­a. Uno stile, il suo, che lo rende sempre non solo moderno, ma anche piuttosto avanti, e che fa in modo che quasi tutti – anche chi di solito non parla quasi mai – abbia voglia di passare del tempo assieme a lui, chiacchier­ando. Ma le parole, in questo modo, vanno oltre il copione e diventano presenti, grondanti di senso. Succede quando rifletti assieme a giganti come Roberto Baggio o Gianluca Vialli o quando hai modo di passeggiar­e in aperta campagna assieme a Paolo Sorrentino (nella foto). Che magari, già che c’è, ti regala anche un breve video, tipo i filmini che ti fanno i parenti nelle occasioni di ritrovo, solo che te lo fa un premio Oscar. Una semplice domanda percorre un terreno battuto (interrogar­si circa la felicità è qualcosa di piuttosto frequente, anche quando si parla di spettacolo) ma lo fa in un modo necessaria­mente inedito, essendo la manifestaz­ione di un pensiero preciso, che è, appunto, quello di Cattelan. Capace di rendere tutto piacevole e inedito.

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