Corriere della Sera - Sette

ETICA E RIGORE NEL TREBBIANO DI VALENTINI

- ABRUZZO

Pronta l’annata 2018. «Unisce struttura ed eleganza»

Il Trebbiano d’Abruzzo più iconico è pronto: è il Valentini 2018. Entro maggio sarà sul mercato. «Nessuno l’ha assaggiato, solo mia moglie ed io», racconta Francesco Paolo Valentini (nell’illustrazi­one qui sotto), che guida una cantina attiva già nel 1600. «Unisce struttura ed eleganza, ma saranno gli altri a dirlo». Il penultimo, il Trebbiano 2017, è stato selezionat­o per la guida I 100 migliori vini e vignaioli d’Italia del Corriere della Sera. Valentini è un personaggi­o atipico, lontano dai riflettori del mondo del vino. Preferisce la vigna e la sua biblioteca. E il fronte comune con gli altri vignaioli. Da qualche anno studia i cambiament­i climatici. Analizzand­o i dati dal 1820 sulle vendemmie della cantina di Loreto Aprutino (Pescara), si è scoperto che caldo (+1,5 gradi) e aumento delle precipitaz­ioni hanno portato ad un anticipo delle vendemmie di 6 giorni. «Negli ultimi anni», spiega Valentini, «riesco ad imbottigli­are sempre meno il Montepulci­ano: ho prodotto nel 2012, 2013, 2015, 2017. Poi basta. Il clima mutato ha sconvolto, ad esempio, l’indice di trasformaz­ione di zucchero in alcol. Se non ci sono le premesse necessarie per un vino da invecchiam­ento, vendo tutto sfuso». Un rigore che gli consente di sfornare solo 50 mila bottiglie l’anno, pur potendo contare su 70 ettari di vigneti. Macina progetti, Valentini: «Ho realizzato il mio sogno, un grande frantoio, l’olio è il mio amore parallelo». E, «per ridare vita al paese», ha lanciato un’associazio­ne con altri vignaioli che hanno piazzato 150 nidi tra i vigneti, «un insetticid­a naturale».

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