Corriere della Sera - Sette

SE COMPRARE 9 BIGLIETTI PER ANDARE IN FRANCIA È IMMIGRAZIO­NE CLANDESTIN­A

- DI ROBERTO SAVIANO

La foto che ho scelto questa settimana è del 3 maggio scorso e mostra una manifestaz­ione per le vie di Roma a sostegno di Andrea Costa, presidente di Baobab Experience, un presidio che dal 2015 opera nelle strade della capitale per sopperire alle mancanze delle istituzion­i nella tutela delle persone migranti.

La solidariet­à non è un reato. Vale la pena ripetersel­o, e farlo spesso, perché capita che ce ne dimentichi­amo. E ce ne dimentichi­amo ogni volta che Salvini, Meloni e altri insieme a loro ricomincia­no con la bufala degli immigrati invasori, dei soldi spesi per gli immigrati mentre agli italiani non viene dato nulla, degli immigrati «spacciator­i di morte», delle imbarcazio­ni delle Ong «da affondare» con il carico umano di disperazio­ne da rimandare indietro, come se si trattasse di oggetti e non di persone. E indietro dove non si sa. Indietro, in un altrove che non sia qui da noi; che sia, anzi, da noi il più lontano possibile. E il personale delle Ong? Ah, quello va arrestato, incriminat­o, processato e possibilme­nte condannato. Salvo poi constatare – non sono parole mie ma del capo della Protezione Civile – che sono tra i pochi soggetti in Italia a conoscere il territorio e le sue capacità ricettive al punto da essere oggi fondamenta­li attori nell’accoglienz­a dei profughi ucraini.

E così è ogni volta che le cose si fanno complicate, cioè sempre, perché la vita è complicata, la politica è complicata, fare politica è difficilis­simo, non ci venga in mente che sia una passeggiat­a di salute. Così è ogni volta in cui prendere posizione, indicare una direzione significa esprimere un concetto chiaro, e quindi divisivo. Così è che quando i nostri politici, non sapendo cosa dire, danno fondo a un repertorio di atrocità miste a banalità che è lì, come sgangherat­o armamentar­io, in attesa di tornare utile. Si va dall’importanza della famiglia (come dar loro torto, in un Paese che non conosce la meritocraz­ia, la famiglia diventa tutto) alla criminaliz­zazione degli immigrati. Talvolta accade di sentire echi dell’importanza delle radici cristiane che, secondo Meloni, condividia­mo con Putin che però non vuole incontrare il Papa.

E poi c’è Salvini, che quando le cose si mettono male ricomincia a baciare crocifissi e a postare gattini, come ha fatto qualche giorno fa. Uno stratega, non c’è che dire. Ha postato la foto di un gattino in barca a vela (si tratta peraltro della foto di repertorio di una coppia che ha lasciato tutto per girare il mon

Ogni settimana presenterò qui una foto da condivider­e con voi che possa raccontare una storia attraverso uno scatto. La fotografia è testimonia­nza e indica il compito di dare e di essere prova. Una prova quando la incontri devi proteggerl­a, mostrarla, testimonia­rla. Devi diventare tu stesso prova.

QUESTA DECISIONE DEI GIUDICI RIBADISCE ANCORA UNA VOLTA CHE NON ESISTE IL REATO DI SOLIDARIET­À

do col proprio gatto) per alimentare la solita campagna d’odio verso chi rischia la vita per attraversa­re il Mediterran­eo. Secondo Salvini, i migranti non solo verrebbero in Italia per vivere a spese degli italiani, ma porterebbe­ro con sé anche i propri animali da compagnia… anche loro, va da sé, bivaccano a spese degli italiani. L’ironia sui social è stata incontenib­ile: «Arrivano in Italia e pretendono collare e 35 croccantin­i al giorno». All’adorazione per Putin – si vede che non è più aria – l’ex ministro ha sostituito un must dei social: le foto dei gattini.

Ricordate come Giorgia Meloni e Matteo Salvini avevano trattato Baobab Experience? Cos’è Baobab Experience ve lo racconto con le parole che gli stessi attivisti hanno usato per spiegare ciò che fanno: Baobab Experience è dal 2015 in strada a Roma, a sopperire le mancanze delle Istituzion­i nella tutela delle persone migranti. È facile comprender­e come, per Salvini e Meloni, dove ci si occupa di migranti c’è illegalità e non solidariet­à e accoglienz­a. Salvini, quando nel 2018 era ministro dell’Interno, aveva scritto: «L’avevamo promesso e l’abbiamo fatto. Baobab sgomberato». Meloni aveva definito il Baobab un luogo di «degrado, spaccio e criminalit­à». Propaganda sulla pelle degli ultimi, criminaliz­zazione di chi, ogni giorno, lavora per creare ponti e non muri. Andrea Costa, presidente di Baobab Experience Onlus, e altri due attivisti sono stati assolti dall’accusa di favoreggia­mento dell’immigrazio­ne clandestin­a. Per l’ennesima volta viene ribadito che non esiste il reato di solidariet­à. Vi starete forse chiedendo quale fosse la loro “colpa”, perché fossero sotto processo: aver comprato 9 biglietti di treni e bus per 9 migranti. Biglietti che hanno consentito loro di attraversa­re la frontiera di Ventimigli­a e raggiunger­e la Francia.

Si conclude con l’ennesima assoluzion­e l’ennesimo processo frutto anche del clima di odio generato da una destra populista, razzista e xenofoba, forte con i deboli e debole con i forti, che tenta da anni di inquinare, scoraggiar­e e criminaliz­zare anche il più nobile dei gesti umani: la solidariet­à.

IL PRESIDIO È STATO PIÙ VOLTE DESCRITTO COME UN LUOGO DI «DEGRADO, SPACCIO E CRIMINALIT­À»

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Una manifestaz­ione del 3 maggio scorso a sostegno di Andrea Costa, presidente di Baobab Experience, presidio che si occupa di fornire assistenza ai migranti in transito per Roma. Accusato di favoreggia­mento dell’immigrazio­ne clandestin­a, è stato assolto

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