SE COMPRARE 9 BIGLIETTI PER ANDARE IN FRANCIA È IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
La foto che ho scelto questa settimana è del 3 maggio scorso e mostra una manifestazione per le vie di Roma a sostegno di Andrea Costa, presidente di Baobab Experience, un presidio che dal 2015 opera nelle strade della capitale per sopperire alle mancanze delle istituzioni nella tutela delle persone migranti.
La solidarietà non è un reato. Vale la pena ripeterselo, e farlo spesso, perché capita che ce ne dimentichiamo. E ce ne dimentichiamo ogni volta che Salvini, Meloni e altri insieme a loro ricominciano con la bufala degli immigrati invasori, dei soldi spesi per gli immigrati mentre agli italiani non viene dato nulla, degli immigrati «spacciatori di morte», delle imbarcazioni delle Ong «da affondare» con il carico umano di disperazione da rimandare indietro, come se si trattasse di oggetti e non di persone. E indietro dove non si sa. Indietro, in un altrove che non sia qui da noi; che sia, anzi, da noi il più lontano possibile. E il personale delle Ong? Ah, quello va arrestato, incriminato, processato e possibilmente condannato. Salvo poi constatare – non sono parole mie ma del capo della Protezione Civile – che sono tra i pochi soggetti in Italia a conoscere il territorio e le sue capacità ricettive al punto da essere oggi fondamentali attori nell’accoglienza dei profughi ucraini.
E così è ogni volta che le cose si fanno complicate, cioè sempre, perché la vita è complicata, la politica è complicata, fare politica è difficilissimo, non ci venga in mente che sia una passeggiata di salute. Così è ogni volta in cui prendere posizione, indicare una direzione significa esprimere un concetto chiaro, e quindi divisivo. Così è che quando i nostri politici, non sapendo cosa dire, danno fondo a un repertorio di atrocità miste a banalità che è lì, come sgangherato armamentario, in attesa di tornare utile. Si va dall’importanza della famiglia (come dar loro torto, in un Paese che non conosce la meritocrazia, la famiglia diventa tutto) alla criminalizzazione degli immigrati. Talvolta accade di sentire echi dell’importanza delle radici cristiane che, secondo Meloni, condividiamo con Putin che però non vuole incontrare il Papa.
E poi c’è Salvini, che quando le cose si mettono male ricomincia a baciare crocifissi e a postare gattini, come ha fatto qualche giorno fa. Uno stratega, non c’è che dire. Ha postato la foto di un gattino in barca a vela (si tratta peraltro della foto di repertorio di una coppia che ha lasciato tutto per girare il mon
Ogni settimana presenterò qui una foto da condividere con voi che possa raccontare una storia attraverso uno scatto. La fotografia è testimonianza e indica il compito di dare e di essere prova. Una prova quando la incontri devi proteggerla, mostrarla, testimoniarla. Devi diventare tu stesso prova.
QUESTA DECISIONE DEI GIUDICI RIBADISCE ANCORA UNA VOLTA CHE NON ESISTE IL REATO DI SOLIDARIETÀ
do col proprio gatto) per alimentare la solita campagna d’odio verso chi rischia la vita per attraversare il Mediterraneo. Secondo Salvini, i migranti non solo verrebbero in Italia per vivere a spese degli italiani, ma porterebbero con sé anche i propri animali da compagnia… anche loro, va da sé, bivaccano a spese degli italiani. L’ironia sui social è stata incontenibile: «Arrivano in Italia e pretendono collare e 35 croccantini al giorno». All’adorazione per Putin – si vede che non è più aria – l’ex ministro ha sostituito un must dei social: le foto dei gattini.
Ricordate come Giorgia Meloni e Matteo Salvini avevano trattato Baobab Experience? Cos’è Baobab Experience ve lo racconto con le parole che gli stessi attivisti hanno usato per spiegare ciò che fanno: Baobab Experience è dal 2015 in strada a Roma, a sopperire le mancanze delle Istituzioni nella tutela delle persone migranti. È facile comprendere come, per Salvini e Meloni, dove ci si occupa di migranti c’è illegalità e non solidarietà e accoglienza. Salvini, quando nel 2018 era ministro dell’Interno, aveva scritto: «L’avevamo promesso e l’abbiamo fatto. Baobab sgomberato». Meloni aveva definito il Baobab un luogo di «degrado, spaccio e criminalità». Propaganda sulla pelle degli ultimi, criminalizzazione di chi, ogni giorno, lavora per creare ponti e non muri. Andrea Costa, presidente di Baobab Experience Onlus, e altri due attivisti sono stati assolti dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per l’ennesima volta viene ribadito che non esiste il reato di solidarietà. Vi starete forse chiedendo quale fosse la loro “colpa”, perché fossero sotto processo: aver comprato 9 biglietti di treni e bus per 9 migranti. Biglietti che hanno consentito loro di attraversare la frontiera di Ventimiglia e raggiungere la Francia.
Si conclude con l’ennesima assoluzione l’ennesimo processo frutto anche del clima di odio generato da una destra populista, razzista e xenofoba, forte con i deboli e debole con i forti, che tenta da anni di inquinare, scoraggiare e criminalizzare anche il più nobile dei gesti umani: la solidarietà.
IL PRESIDIO È STATO PIÙ VOLTE DESCRITTO COME UN LUOGO DI «DEGRADO, SPACCIO E CRIMINALITÀ»