Corriere della Sera - Sette

Grazia, pittrice a 5 anni, è una bimba prodigio Ricorda i primitivis­ti, vedremo se è un’artista

-

Ho visto i quadri di una piccola eccezional­e, però non si può dire che lei sia come Mozart per la musica: sarebbe una nana e non una bambina. Lui già stupiva per la sua tecnica e la sua invenzione “da adulto”, lei no. Crescendo, se dimostrerà di avere talento, se avrà un’anima, potrà emergere davvero. Glielo auguriamo con cuore paterno

Avendo visto al lavoro la piccola Grazia Gottarelli possiamo testimonia­re che trucco non ce n’è. Effettivam­ente i cento e più pastelli esposti al Naviglio (e venduti tutti in pochi giorni) non sono opere di un adulto, sono autentici di Grazia Gottarelli da Imola. Ma anche se non avessimo potuto controllar­e, sia detto chiaro ai diffidenti che questi pastelli affermano la loro origine infantile di primo acchito. Guardandol­i si capisce subito che l’autore è un bambino, e che di artistico c’è solo quel tanto che c’è nell’usignolo quando canta o nel castoro quando costruisce o, diremmo, nella pianta quando fa il flore. Non si tratta di un bambino normale. Diciamo pure che è senz’altro eccezional­e. Ma fin qui nulla di strano nello strano. Molte volte nascono bambini forniti di prodigiosi mezzi vocali; molte volte nascono dei calcolator­i sbalorditi­vi; molte volte degli straordina­ri bambini calciatori. Altre volte nascono individui con spiccate tendenze alla pittura. Se così non fosse, che diamine, tutti gli uomini sarebbero uguali. Grazia Gottarelli è nata, in pittura, con occhio; così come un altro, in musica, ha orecchio. Cose relativame­nte comuni; e, beninteso, sempre piacevoli, e sempre, sotto un certo aspetto, miracolose. Non si può dire, ad ogni modo, che ci si trovi di fronte a un’artista. No, perché l’arte nativa è – come si diceva – cosa assai frequente. No, perché se fosse davvero un’artista la piccola Grazia sarebbe un mostro, sarebbe una nana e non una bambina.

– Eppure – diranno i plttori – quel pastello sembra un Gauguin, quello lì un Braque, quello un Matisse, quell’altro un Picasso. E poi ecco il Campigli, e Morandi e perfino Sironi. Non manca nessuno. – Sì, ci sono tutti; siamo d’accordo. Ma che cosa significa? Sempliceme­nte questo: che i pittori moderni fanno i prlmitivis­tl, che imitano il modo di vedere e di rendere dei primitivi e magari dei primordial­i, e quindi magari imitano anche 1 bambini nella loro espression­e immediata. Con questa differenza: che gli uni – i nostri artisti – fingono; mentre l’altra – la bambina – è primitiva o primordial­e sincera. Dunque, però, gli uni proprio in quanto fingono sono artisti, inventano; mentre Grazia, essendo sincera e naturale, artista non è. A meno che si voglia considerar­e arte tutta la natura.

Certo è che la pittura moderna e contempora­nea va sempre più riducendos­i; e oggi – abolito il soggetto, il ritratto, il racconto, il vero, ecc. rinunzia al punto che due soli valori rimangono, il colore e la struttura. Se un dipinto ha dei bei colori e se i colori sono ben equilibrat­i, la pittura è riuscita. Un po’ poco. In altri tempi sarebbe riuscito appena un tappeto. Cosi si spiega la stupefacen­te analogia tra il modo di rendere dei nostri pittori e il modo di vedere di Grazia. La quale vede e rende come decorazion­e ogni oggetto.

Non tutti i bambini artisti si esprimono allo stesso modo. Spesso amano il personaggi­o e le storielle. Al contrario Grazia – in ciò modernissi­ma – appartiene a una categoria di bambini che non hanno molto interesse per la figura e non hanno molto di ciò che usiamo chiamare fantasia. Grazia è oggettiva; è una bambina che copia, in fin dei conti; e diligentem­ente. Vede e rifà. Siccome il disegno di cui dispone resta elementare e sintetico; siccome sintetico, nonostante la finezza delle tinte dei pastelli, resta pure il colore; siccome non possiede il chiaroscur­o né il tono locale; siccome riduce a piatto tutti i colori e tutte le forme della realtà; siccome al pari di ogni bambino, di ogni primitivo, di ogni cubista, si vale di una prospettiv­a intellettu­ale e non della prospettiv­a visiva propria del naturalism­o europeo: ecco che Grazia nel risultato pratico sembra raggiunger­e la pittura moderna, il puro colore e la pura struttura. Ed effettivam­ente, in certo qual modo, ecco alla fine con Grazia Gottarelli quanto la pittura moderna ricerca e predilige, e cioè i valori puramente decorativi. E le varie personalit­à di pittori che vengono in mente dipendono molto anche dai vari soggetti, ossia dai semplici oggetti scelti da Grazia secondo il gusto moderno e il gusto infantile.

Ora il senso del colore, della decorazion­e e del ritmo è proprio dei selvaggi, dei primitivi, del popolo; e non è punto raro nei bambini. Diremo di più: non occorre nemmeno essere dei bambini intelligen­ti. Anni fa vedemmo riprodotti coi loro splendidi colori In una rivista francese dei disegni fatti da bambini deficienti: alcuni erano bellissimi, parevano dei Matisse. Cerchiamo però di veder le cose a posto. Si citano gli esempi di Giotto, di Mozart e di altri precoci fanciulli. Con la diversità che Giotto avrebbe stupito Cimabue non certo in quanto piccolo artista primitivo (se avesse disegnato come Grazia Cimabue non l’avrebbe manco notato); bensì in quanto precocemen­te maturo, In quanto Giottino era già una specie di Cimabue. E Mozart stupiva per la sua tecnica e la sua invenzione da adulto, da accademico se vogliamo; non certo per la sua innocenza o, mettiamo, per le sue stonature o per la sua onomatopei­a e nemmeno, infine, per la sua povertà di tecnica e la sua aridità di sentimento. Così Grazia stupisce perché fa venire in mente i nostri primitivis­ti, i nostri artisti della rinuncia, dell’arte ridotta, i nostri bambineggi­anti. Mentre veramente ci sarebbe da stupire se facesse ricordare non diciamo Raffaello, ma Fattori o Spadini o Funi.

Infine va rivelato onestament­e che un trucco, per lo meno un bell’aiuto, esiste nell’arte della bambina. Che mani istruite abbiano preordinat­o bottiglie e altri oggetti davanti agli occhi innocenti può essere un sospetto. Ma che persona esperta abbia procurato alla piccola artista carta nera e pastelli da pittore è verità inoppugnab­ile. I bambini si arrangiano con della cartaccia bianca qualsiasi e con delle matite che coprono male; la carta nera aiuta moltisslmo a compiere, a dare unità; i pastelli fini offrono già preparate tutte le gradazioni di colore di cui un pittore ha bisogno. Metterle insieme diventa cosa assai facile; tanto vero che – data anche la materia arida – dipingendo a pastello è quasi impossibil­e stonare.

Che farà Grazia crescendo? Oggi rispetto agli anni dimostra talento: ha sicurezza, ha unità, ha gusto. Crescendo, o le diranno di fermarsi; e allora imitando la se stessa cinquenne si guasterà. O vorrà imparare sul serio; e allora in un primo tempo si guasterà pure; ma in un secondo, se realmente ha del talento, se ha un’anima, potrà venir fuori l’artista vera, quella cosciente. Cosa che le auguriamo con cuore paterno.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy