Corriere della Sera - Sette

«LA MIA AMICA LETIZIA BATTAGLIA CHE RACCONTAVA LA MORTE COME FOSSE L’AMORE»

- DI GRETA PRIVITERA

Il regista siciliano firma su Rai1 i due episodi sulla fotoreport­er scomparsa da poco: «Volevo mostrarli a lei in anteprima ma mi disse “Li vedrò finiti il 22 maggio, tanto prima non muoio”»

Roberto Andò l’ha sentita due giorni prima che morisse. «Mancano le musiche ma te la faccio vedere», le ha detto il regista al telefono parlando di Solo per passione - Letizia Battaglia fotografa, la mini serie tv in due episodi che firma. «No, voglio vederla finita, tanto non muoio prima del 22 maggio», ha risposto lei. Letizia Battaglia, la fotoreport­er più famosa d’Italia che con i suoi scatti ha raccontato la mafia e gli anni di piombo in Sicilia e che appena due mesi fa su 7 ha scattato la sua ultima foto di copertina dedicata alla cantante Ariete, quella promessa poi non è riuscita a mantenerla e il 13 aprile è morta a 87 anni nella sua casa di Palermo, dopo una lunga malattia.

«In quella promessa però c’era tutta lei: la sua propension­e verso il futuro, nonostante tutto. Un amore per la vita raro», dice Andò. Si era data il 22 maggio come traguardo, perché su Rai1, il 22 e il 23, nel 30° anniversar­io della strage di Capaci, andrà in onda la miniserie che parla di lei, la cronaca di come uno sguardo straordina­rio può contribuir­e nel racconto di una rivoluzion­e.

Come è nata l’idea della serie?

«Era il 2017, eravamo alla sua mostra al Maxxi. La vedevo aggirarsi sulla sedia a rotelle tra le sale, con la Roma bene che le stava intorno come fosse una santa. Lì mi è venuta voglia di fare un film su di lei, gliel’ho detto e Letizia si è subito entusiasma­ta. Abbiamo iniziato a vederci con regolarità a Palermo, e siamo partiti».

Quando ha conosciuto Battaglia?

«Quarant’anni fa. Io ero un giovane intellettu­ale che voleva fare il regista e lei ha visto il mio talento. Era la fotografa

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