Corriere della Sera - Sette

LAMBRUSCO E MALBO IL MONDO BIO DI JULIA PRESTIA

- DI LUCIANO FERRARO

Il rilancio di Venturini Baldini. Con Cotarella

Sono stati i profumi della campagna emiliana ai piedi dell’Appennino a stordire Julia Prestia (nell’illustrazi­one qui sotto), al punto di farla arrivare in Italia. E a convincerl­a a diventare vignaiola. Era il 2015 quando ha lasciato prima Vienna, poi Londra. E non si è più mossa. Perché, come ha scritto Federico Fellini «certi odori si fissano nella memoria, e quando li risenti è come se tutti gli anni non fossero mai passati». Julia si occupava di finanza come il marito Giuseppe quando la coppia ha deciso di acquistare la Venturini Baldini, fondata nel 1976 da Carlo Venturini e Beatrice Baldini a Quattro Castella, in provincia di Reggio Emilia.

130 ettari, un vigneto bio di 32, tra i 300 e i 400 metri, 180 mila bottiglie l’anno. «Mio padre», racconta Julia, quattro figli, «possedeva vigne per hobby in Austria. Mi è rimasta dentro la passione per il vino. A Venturini Baldini coltiviamo soprattutt­o Lambrusco (Sorbara, Graspaross­a e Salamino) e produciamo spumanti ancestrali, con il Metodo classico e Charmat». L’idea è stata quella di andare oltre il Lambrusco: con un resort e una acetaia storica. Il presidente degli enologi Riccardo Cotarella ha preso il posto di Carlo Ferrini. Tra i vini il caposaldo è il Rubino del Cerro, un Lambrusco robusto e sapido

(12 euro), premiato con il massimo punteggio, 5 grappoli, da Bibenda. «Regge gli anni, un appassiona­to colombiano ci ha raccontato di averne bevuto uno di dieci anni prima», dice Julia. Interessan­te il Malbo gentile della linea Ters (28 anni), un autoctono dimenticat­o e ora riscoperto.

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