Corriere della Sera - Sette

BERTOLUCCI CONTRO PASOLINI NELLA SFIDA A CALCIO DEL 900 BERNARDO BARÒ, PPP SE NE ANDÒ

- DI ANTONIO D’ORRICO adorrico@rcs.it

LA PARTITA DEL SECOLO (SCORSO) si svolse alle 9:30 di domenica 16 marzo 1975 al campo della Cittadella di Parma. Si fronteggia­vano le troupe di Novecento edi Salò o le 120 giornate di Sodoma in una pausa di lavorazion­e dei due film, girati in contempora­nea a Parma e vicino a Mantova. Era il compleanno (34) di Bernardo Bertolucci. La Gazzetta di Parma pubblicò l’unica e bella cronaca (anonima, peccato) della gara. I Centoventi in maglia rossoblù del Bologna, squadra del cuore di Capitan Pasolini, schieravan­o in campo Ninetto Davoli. I Novecento (Bertolucci non giocò) sfoggiavan­o splendide divise di uno stupendo viola copiativo (opera della costumista Gitte Magrini) e, soprattutt­o, «calzettoni a strisce multicolor­i destinati a sviluppare, per il gioco di gambe, un effetto caleidosco­pico (o psichedeli­co) tale da rendere difficile l’individuaz­ione del pallone ai rivali». Nemmeno conclamati maghi del pallone come Mourinho, Ferguson o Oronzo Canà arrivarono mai a tanto. Madrina fu Laura Betti (una delle tre donne della vita di Pasolini: le altre due furono sua madre e Maria Callas). Vinsero 5 a 2 i viola copiativo.

SULLO SVIOLGIMEN­TO DELLA PARTITA circolano molte inesattezz­e. Ora, finalmente, fa chiarezza l’edizione critica pubblicata dal professor Franco Contorbia, montalista e molto altro, sulla Gazzetta di Parma lo scorso 24 aprile. Contorbia segnala l’ottimo documentar­io Centoventi contro Novecento.

Pasolini e il calcio di Alessandro Di Nuzzo e Alessandro Scillitani, con le preziosiss­ime riprese in super8 del match girate da Clare Peploe, moglie di Bertolucci, e con interviste a chi c’era. I pasolinian­i, in vantaggio per due a zero, furono rimontati anche grazie a uno o, forse, due rigori.

A UN CERTO PUNTO PASOLINI si indispettì e abbandonò il campo a gara in corso. Secondo lui, Bertolucci aveva schierato veri giocatori delle giovanili del Parma spacciati per figuranti del film. Aveva ragione. Ce ne erano quattro e uno era l’immenso, come avrebbe poi dimostrato in campo e panchina (vero Guardiola?), Carlo Ancelotti (un cinéphile, tra l’altro). Nella foto delle formazioni scattata prima del fischio d’inizio da Deborah Beer, fotografa di scena di Salò, il primo da destra, staccato dagli altri (per non farsi notare troppo?) è proprio il ragazzino che sarebbe diventato mister del Real. Contorbia ricorda che solo molti anni dopo Ancelotti confessò ad Andrea Schianchi della Rosea la sua presenza (con gol).

È UFFICIALE QUINDI. BERTOLUCCI BARÒ. Paolo Bonacelli, attore di Salò, raccontò che nei giorni seguenti sul set: «Infuriato, Pasolini non la smetteva di manifestar­e il suo disprezzo per Ultimo tango a Parigi, continuand­o a ripetere di Bertolucci: “Quello non legge, non legge più niente”». A termini di regolament­o la vittoria va ai Centoventi per 2 a 0 a tavolino.

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NEL 1975 SI SFIDARONO A PARMA CON ATTORI E TROUPE IL REGISTA DI NOVECENTO SI PORTÒ UN GIOVANISSI­MO ANCELOTTI

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