LA PIASTRA PER CAPELLI SFRUTTA I PRINCIPI
DELL’AERODINAMICA NOVITÀ AI MOTORI E INSERTI NERI PER IL SUV (A 9 ANNI)
Così si alternano onde, ricci o chiome lisce
Con cambio a doppia frizione a sette marce
Una piastra per capelli è una piastra per capelli. Non può avere nulla di speciale, si dirà, ma per capire il nuovo Airwrap di Dyson bisogna riprendere in mano il manuale di fisica. Questo dispositivo affusolato che sembra una spada laser di Star Wars (ma dal bellissimo design) alliscia, nasconde i “baby hair”, crea ricci e forma onde sfruttando l’effetto Coanda, un concetto che non si incontra certo tutti i giorni. Si tratta infatti della tendenza di un getto di fluido a seguire il contorno di una superficie vicina osservato negli Anni 30 dal pioniere dell’aerodinamica rumeno Henri Coanda. Lo scienziato in realtà era calvo ma è proprio questa sua scoperta che consente allo styler di Dyson di attirare a sé una ciocca di capelli, avvolgerla sulla sua superficie e ondularla o lisciarla senza bisogno di temperature “estreme” o “stirature” aggressive. Vederlo all’opera è curioso: è come se una mano invisibile prendesse i capelli e li avvicinasse al caldo cilindro dell’Airwrap. Sta a noi poi scegliere tra onde e ricci morbidi o voluminosi, attorcigliati in senso orario o antiorario o magari lisciare la chioma piegandola al nostro volere anche da bagnata. Insomma, Airwrap fa le veci di un salone di bellezza (anche il prezzo è sulla stessa linea d’onda: 549 euro) e le versioni sono due, Complete, pensata per capelli che arrivano fino alle scapole, e Complete Long per chiome ancora più lunghe. Hanno entrambe tutti gli accessori per arricciare o lisciare e un elegante scrigno per racchiuderli.
Pur con nove primavere sulle spalle, la Porsche Macan conserva un aspetto fresco e sportivo. La parte posteriore raccolta, poi, dona compattezza al più piccolo dei Suv di famiglia che, comunque, con i suoi 473 cm di lunghezza tanto corto non è. Le novità 2022 – con prezzi a partire da 70mila euro – si limitano al paraurti anteriore, arricchito di dettagli neri e, dietro, di un ampio inserto sempre nero, che ingloba i quattro tubi di scarico. Più consistenti le novità per i motori, tutti a benzina e di poteniza incrementata.
Il 2.0 turbo a quattro cilindri dei modelli “base” e T passa da 245 a 265 Cv. Rivisto il 2.9 V6 biturbo, proposto con 380 Cv per il modello S (26 Cv più di prima) o 441 CV per la più potente GTS (in foto) che prima si “fermava” a 381 Cv: stessa potenza della Turbo, che ha rimpiazzato. Per tutti, cambio a doppia frizione a sette marce e trazione integrale. La vera novità in abitacolo è il tunnel che, abbandonata la poco pratica parata di tasti tutti uguali della serie precedente, si affida a un’elegante superficie tattile per i servizi di bordo. Modificato anche il volante che, con il pacchetto Sport Chrono (1.019 euro) offre sotto la razza destra la rotella per impostare le 4 modalità di guida (Normal, Sport, Sport Plus e Individual) e il tasto che, per 20 secondi, regala il massimo della potenza per scatti brucianti. Perché poi, la Macan è quella vettura che nella versione GTS – al di là dello spunto massimo di 272 km/h – “spinge” sempre: a soli 1.900 giri offre già ben 550 Nm di coppia massima.
Sul nostro account Instagram potete rivedere l’intervista di Gianluca Bauzano ai giovani ballerini dell’Opera di Roma,
protagonisti della docuserie Rai Scuola
di danza