CONTI CORRENTI RECORD «MA ORA AIUTIAMO GLI ITALIANI A INVESTIRE»
Famiglie e imprese durante la pandemia hanno risparmiato molto e gli ultimi dati ci dicono che a marzo 2022 i depositi sui conti correnti bancari sono ulteriormente aumentati, in un solo anno, di 88 miliardi. Come si spiega questo fenomeno che a prima vista contrasta con un’idea di generale impoverimento del Paese? «Intanto va ricordato che sono soldi di soggetti che hanno pagato le tasse, poi è evidente che dentro questa scelta c’è un’incertezza di fondo verso l’avvenire» risponde Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana. E spiega: i motivi di fondo di quello che assomiglia a un parcheggio a termine sono la bassa attrattività dei Bot per i tassi negativi offerti e la crescita del prezzo degli immobili. Insomma la difficoltà di trovare soluzioni alternative e alla portata.
«La pandemia ha generato una ricerca di case con spazi più larghi ma intanto non era possibile vederle e poi le quotazioni salivano». Ora però quella fase è passata e si avvicina il momento delle decisioni sia per le famiglie sia per le imprese. «Siamo a uno snodo. Ci siamo lasciati alle spalle la stagione dell’inflazione zero e dei tassi che calavano sempre e di conseguenza i comportamenti muteranno». Le imprese dovranno investire per star dietro alla riorganizzazione delle grandi filiere produttive e le famiglie dovranno tutelarsi dall’inflazione. «Restando chiaro che tutti hanno il diritto di trattenere i soldi dove vogliono, è pur vero che dobbiamo dare ai risparmiatori la possibilità di fare scelte giuste per loro e utili per lo sviluppo del Paese. Dobbiamo dar loro una chance fiscale per poter investire in maniera non speculativa e con un’ottica di medio termine».
I Pir, i piani individuali di risparmio, sono un buono strumento, «ma non sono sufficienti, ci vuole qualcosa in più, bisogna migliorare la gamma delle opzioni sul tavolo». Come? In Francia, ad esempio, hanno previsto bonus fiscali per i risparmiatori meno facoltosi. «Ma ci si può sbizzarrire, le idee non mancano».
Antonio Patuelli, 71 anni, bolognese, è presidente Abi
TWITTER NEL LIMBO TRA MUSK E DORSEY
PATUELLI, PRESIDENTE DEI BANCHIERI: DIAMO INCENTIVI FISCALI A CHI VUOL AIUTARE IL PAESE
IL PADRE DI TESLA GIOCA AL RIBASSO, IL FONDATORE NON CEDE E NE VUOLE UNA PARTE
Twitter (e dunque il mondo in cui alcuni di noi dibattono in Rete e da cui alcune esternazioni di personaggi di rilievo sbarcano sugli altri media), sembra destinato a ristagnare in un eterno limbo. Il potenziale nuovo acquirente, Elon Musk, sta facendo un gioco al ribasso (del prezzo) usando la piattaforma stessa per screditarla: in uno degli ultimi cinguettii si è domandato se la multa da 150 milioni di dollari comminata al social dal Dipartimento di Giustizia americano per il mancato rispetto della privacy degli utenti non sia la spia di altri problemi e bugie del management. Intanto l’ormai ex (e altrettanto eccentrico) amministratore delegato, Jack Dorsey, è uscito dal consiglio di amministrazione: ma non sembra intenzionato a lasciar volare via l’uccellino azzurro che ha contribuito a ideare. Dorsey sostiene la scalata di Musk e vorrebbe una parte del nuovo Twitter che il genio di Tesla e Space X intende creare – senza peraltro averne finora parlato in termini precisi (oltre all’intenzione di riammettere Trump) o costruttivi. Dorsey non si è dimostrato negli anni così capace di esaltare le potenzialità del “suo” social; su Musk ancora non ci sono prove. Nel caos di queste settimane, però, a perderci è di sicuro Twitter.