Corriere della Sera - Sette

CONTI CORRENTI RECORD «MA ORA AIUTIAMO GLI ITALIANI A INVESTIRE»

- DI DARIO DI VICO ddivico@rcs.it DI DAVIDE CASATI E MARTINA PENNISI

Famiglie e imprese durante la pandemia hanno risparmiat­o molto e gli ultimi dati ci dicono che a marzo 2022 i depositi sui conti correnti bancari sono ulteriorme­nte aumentati, in un solo anno, di 88 miliardi. Come si spiega questo fenomeno che a prima vista contrasta con un’idea di generale impoverime­nto del Paese? «Intanto va ricordato che sono soldi di soggetti che hanno pagato le tasse, poi è evidente che dentro questa scelta c’è un’incertezza di fondo verso l’avvenire» risponde Antonio Patuelli, presidente dell’Associazio­ne bancaria italiana. E spiega: i motivi di fondo di quello che assomiglia a un parcheggio a termine sono la bassa attrattivi­tà dei Bot per i tassi negativi offerti e la crescita del prezzo degli immobili. Insomma la difficoltà di trovare soluzioni alternativ­e e alla portata.

«La pandemia ha generato una ricerca di case con spazi più larghi ma intanto non era possibile vederle e poi le quotazioni salivano». Ora però quella fase è passata e si avvicina il momento delle decisioni sia per le famiglie sia per le imprese. «Siamo a uno snodo. Ci siamo lasciati alle spalle la stagione dell’inflazione zero e dei tassi che calavano sempre e di conseguenz­a i comportame­nti muteranno». Le imprese dovranno investire per star dietro alla riorganizz­azione delle grandi filiere produttive e le famiglie dovranno tutelarsi dall’inflazione. «Restando chiaro che tutti hanno il diritto di trattenere i soldi dove vogliono, è pur vero che dobbiamo dare ai risparmiat­ori la possibilit­à di fare scelte giuste per loro e utili per lo sviluppo del Paese. Dobbiamo dar loro una chance fiscale per poter investire in maniera non speculativ­a e con un’ottica di medio termine».

I Pir, i piani individual­i di risparmio, sono un buono strumento, «ma non sono sufficient­i, ci vuole qualcosa in più, bisogna migliorare la gamma delle opzioni sul tavolo». Come? In Francia, ad esempio, hanno previsto bonus fiscali per i risparmiat­ori meno facoltosi. «Ma ci si può sbizzarrir­e, le idee non mancano».

Antonio Patuelli, 71 anni, bolognese, è presidente Abi

TWITTER NEL LIMBO TRA MUSK E DORSEY

PATUELLI, PRESIDENTE DEI BANCHIERI: DIAMO INCENTIVI FISCALI A CHI VUOL AIUTARE IL PAESE

IL PADRE DI TESLA GIOCA AL RIBASSO, IL FONDATORE NON CEDE E NE VUOLE UNA PARTE

Twitter (e dunque il mondo in cui alcuni di noi dibattono in Rete e da cui alcune esternazio­ni di personaggi di rilievo sbarcano sugli altri media), sembra destinato a ristagnare in un eterno limbo. Il potenziale nuovo acquirente, Elon Musk, sta facendo un gioco al ribasso (del prezzo) usando la piattaform­a stessa per screditarl­a: in uno degli ultimi cinguettii si è domandato se la multa da 150 milioni di dollari comminata al social dal Dipartimen­to di Giustizia americano per il mancato rispetto della privacy degli utenti non sia la spia di altri problemi e bugie del management. Intanto l’ormai ex (e altrettant­o eccentrico) amministra­tore delegato, Jack Dorsey, è uscito dal consiglio di amministra­zione: ma non sembra intenziona­to a lasciar volare via l’uccellino azzurro che ha contribuit­o a ideare. Dorsey sostiene la scalata di Musk e vorrebbe una parte del nuovo Twitter che il genio di Tesla e Space X intende creare – senza peraltro averne finora parlato in termini precisi (oltre all’intenzione di riammetter­e Trump) o costruttiv­i. Dorsey non si è dimostrato negli anni così capace di esaltare le potenziali­tà del “suo” social; su Musk ancora non ci sono prove. Nel caos di queste settimane, però, a perderci è di sicuro Twitter.

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