Corriere della Sera - Sette

IBRA, LA BANDIERA PIÙ

- DI MARCO IMARISIO

L’uomo che viene, vede, vince e poi riparte per altre destinazio­ni, questa volta ha saputo creare una simbiosi con il Milan e con il suo popolo. E si è fatto carico della parte emotiva di una risalita lunga due anni, trascinand­o la squadra. Storia di un ex cattivo ragazzo diventato un maestro zen di etica del sacrificio e dell’appartenen­za

Forse è la famosa linea d’ombra. Quel momento che annuncia un cambiament­o di stagione nell’esistenza di una persona, che ti fa sentire così tanto una squadra, una missione, come uno sente di più la vita mentre gli sembra di perderla. Ventuno marzo 2021, Fiorentina-Milan 2-3. A 39 anni e 169 giorni, Zlatan Ibrahimovi­c diventa il giocatore più anziano a segnare quindici gol nel campionato di serie A. Appena finita la partita, è la prima cosa che gli dicono gli intervista­tori di bordocampo, pensando di farlo felice.

La sua reazione è invece di segno opposto, quasi come fosse risentito, una Gloria Swanson alla quale è stata fatta notare la sua età, una grande attrice consapevol­e di essere sul viale del tramonto ma che ne rifiuta la sola evocazione. «Non è un record che mi piace». La battuta seguente, «allora smetto di fare gol», è la sola concession­e da consumato uomo di spettacolo alle regole del Truman show che sta vivendo da quando è ritornato a Milano, tutto Ibra minuto per minuto, inseguito dalle telecamere, osannato, vezzeggiat­o, criticato di nascosto, mai in presenza, per via di quel dato anagrafico che rivelerebb­e la debolezza sua e di chi lo ha chiamato dall’esilio americano.

Adesso facciamo scorrere il nastro in avanti. Fino ad oggi, al più improbabil­e degli scudetti di una squadra giovanissi­ma che era una promessa di futuro e si è trovata ad anticiparl­o, a vincere nel presente. Non solo grazie al gentile harakiri dell’altra squadra di Milano, ma anche perché il tempo a disposizio­ne della guida spirituale svedese, dell’uomo che ha spiegato a un gruppo di ragazzi talentuosi e teneri le regole della durezza necessarie a vincere, sta per finire. Non può più attendere un anno, non poteva più aspettare neppure un mese, una settimana. Qui, e ora. Non domani.

Gli amori con la data di scadenza sono spesso i più belli, i più intensi, i più sofferti. Il Milan è davvero l’Ultima Thule di un campione giramondo, la terra estrema di un giocatore che in precedenza aveva sempre fatto del suo essere mercenario un motivo d’orgoglio, l’uomo che viene, vede, vince e poi riparte per altre destinazio­ni, che insieme al suo Sancho Panza, il discusso procurator­e sportivo Mino Raiola scomparso di recente, decide di beneficiar­e quella terra con la sua presenza, in cambio di sempre più lauti compensi. Nel crepuscolo c’è la luce più bella, diceva una vecchia poesia. Ma ogni storia deve avere un inizio, e questa che tenta di raccontare la nascita della più improbabil­e bandiera di sempre, l’ha cominciata lui.

 ?? ?? Zlatan Ibrahimovi­c´, 40 anni, svedese, attaccante del Milan campione d’Italia. Qui sopra la copertina della sua autobiogra­fia
Adrenalina (Cairo editore)
Zlatan Ibrahimovi­c´, 40 anni, svedese, attaccante del Milan campione d’Italia. Qui sopra la copertina della sua autobiogra­fia Adrenalina (Cairo editore)

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