Corriere della Sera - Sette

IL MONTE AL LAGO PER LA RIVINCITA DEL CUSTOZA

- DI LUCIANO FERRARO

Marica Bonomo e il podio del Cà del Magro

«Il Custoza fino a vent’anni fa era l’aperitivo dei veronesi. I produttori, forti di quel successo, si erano accontenta­ti della qualità raggiunta. Ora c’è una nuova generazion­e di vignaioli al comando. Con un po’ di autocritic­a e con la giusta presa di coscienza, il Custoza è ripartito». Parola di Marica Bonomo, di Monte del Frà, sulle colline moreniche che circondano il Lago di Garda. L’emblema di questa rinascita è il Cà del Magro Custoza Superiore Doc. A base di Garganega, Trebbiano, Cortese e Incrocio Manzoni (le uve vengono da un vigneto di oltre 50 anni a Sommacampa­gna, il paese dove il mese scorso il premier Draghi ha parlato della sua vita ai bambini di una scuola, affermando di sentirsi «mezzo veneto»), il Cà del Magro profuma di agrumi, spezie e miele. Un perfetto equilibrio tra energia e morbidezza. Per la prima volta, allo scorso Vinitaly, Monte del Frà è stata selezionat­a tra il centinaio delle migliori cantine di Operawine, l’evento di Wine spectator. «Mio nonno arrivò qui nel 1958», racconta Marica, «coltivava grano e frutta e vendeva il vino sfuso. Morì giovane, e toccò ai figli Eligio e Claudio. Ora ci siamo noi, la terza generazion­e, con i miei cugini Massimo e Silvia. Abbiamo un vigneto di 137 ettari di proprietà e 80 in affitto e nei nostri vini mettiamo volontà e amore per la vita. Esportiamo in 65 Paesi». Il Cà del Magro viene prodotto in 80 mila bottiglie. Da 12 anni ottiene i Tre bicchiere del Gambero rosso, nella guida del Corriere della Sera (I migliori vini e vignaioli d’Italia) ha ottenuto 95 punti. Altro cru aziendale è il Bonomo Sexaginta Custoza Superiore Doc, nato nel 2018 e prodotto solo nelle stagioni migliori.

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