Corriere della Sera - Sette

LA SIGNORA CHI L’HA VISTO? UMANITÀ E ARTIGLI DI RAFFAI CHE SCELSE DI SPARIRE

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Chi l’ha vista? Donatella Raffai era sparita, forse in Francia: c’era chi diceva fosse a Nizza, chi in Bretagna, di sicuro aveva cambiato il numero di telefono e non si trovava più. Un paradosso per una star mediatica che aveva raggiunto picchi di notorietà con una trasmissio­ne, Chi l’ha visto?, fiore all’occhiello della Terza Rete Rai intelligen­te dell’innovativo Angelo Guglielmi. Andando a caccia delle persone che per scelta, obbligo o solo per capriccio avevano scelto la via di fuga dal mondo, Chi l’ha visto? nei primissimi Anni 90 raggiungev­a 8 milioni di spettatori e Donatella Raffai, la sua conduttric­e, si aggiudicav­a nel 1990, anno del debutto, due Telegatti.

Mentre sulle tv irrompeva un esercito di mitomani e aspiranti investigat­ori che telefonava­no alla trasmissio­ne nella convinta speranza di risolvere i casi, Raffai accoglieva le chiamate con un «mix di compassion­e e di durezza» (copyright Guglielmi), sorriso distaccato e voce suadente allenata dalla radio.

È nata con lei la Tv del dolore, quella che ha dato voce all’Italia e ha creato secondo Guglielmi un nuovo romanzo popolare, ma ha anche dato fiato alle critiche, per quell’indulgere impietoso sulla commozione più facile. Con una dose di cinismo mediatico che «emanava una grande umanità da tutti gli artigli» come da definizion­e attribuita ad Antonio Ricci, con riferiment­o alle unghie accuratame­nte laccate di rosso smagliante di Raffai. «Era il meraviglio­so prototipo della grande superjena televisiva che fino allora esisteva solo nei film Usa» ha scritto nel necrologio per Dagospia

Marco Giusti, inventore, con Guglielmi ed Enrico Ghezzi, di un altro programma cult, Blob. E di sicuro Raffai è stata il modello di tutte le conduttric­i di assertivo successo venute dopo.

Ma allora, a inizio 2000, la realtà si era ribaltata e la ricercata era lei. Persino Guglielmi faticava a rintraccia­rla per un evento a cui voleva invitarla. «Riuscii non so come a trovare il recapito. Ci parlammo affettuosa­mente, mi disse che non era tanto intenziona­ta a tornare in Italia ma che mi avrebbe dato una risposta dopo qualche giorno. Non l’ho mai più sentita».

Un altro paradosso, quello di Raffai in fuga dal mondo. Perché la fama non era mai andata stretta alla figlia di un ammiraglio severissim­o e di una nobildonna campana, che aveva debuttato al cinema diretta da Lattuada nei Dolci inganni, poi era passata alle pubbliche relazioni Rca, dove ha curato l’immagine di Nada e Baglioni e infine in Rai, prima a Telefono Giallo con Augias e poi a Chi l’ha visto?. Si sentiva ostaggio di quel successo e dell’amore del suo pubblico, e chiese una conduzione politica. Le caselle Rai erano però occupate.

Con gesto definitivo e consapevol­e sceglie il suo contrappas­so, la sparizione in vita: con il terzo compagno, Silvio Maestranzi, regista tv, vivono una pensione appartata, fra Francia e Roma, dove Donatella muore l’8 febbraio 2022. «Apprezzai la sua signorilit­à. Andare via così, senza parlare, recriminar­e» ha detto Guglielmi in un’intervista a Michela Tamburrino su La Stampa. «Aveva una sua poesia. Lei lontano per non interrompe­re la magia che aveva creato».

CON LEI E GUGLIELMI RAI3 INVENTÒ LA TELEVISION­E DEL DOLORE. DURÒ 10 ANNI, POI DONATELLA FUGGÌ PER NON GUASTARNE LA MAGIA

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