UN GADDA IN GUERRA A LUCI ROSSE INEDITO E DA LUI MAI PUBBLICATO TEMEVA I SEGNI DI OMOSESSUALITÀ?
A SUA INSAPUTA, Riccardo Bertoncelli fu fondamentale (con Enzo Caffarelli e Paolo Giaccio) nella mia formazione rock anche se Francesco Guccini nell’Avvelenata lo accusava di «sparare cazzate» (poi sono diventati amici). Ora lo scopro lettore di Joker: «Grazie della divertente rubrica. Leggo di Sindelar, a proposito di Nello Governato (mitica figurina biancoazzurra della mia giovinezza) e mi viene in mente il mio babbo, che ogni tanto mi parlava del calcio dei suoi tempi arcaici, Anni 30. A dire il vero ero io che gli facevo domande e lui, un po’ avaro, qualcosa citava: Felice Borel, detto “Farfallino”; Zamora, mitico portiere spagnolo che secondo una pia leggenda si era rotto la schiena nell’effettuare una parata; e Sindelar appunto, detto “Cartavelina” per il suo fisico minuto. Un fenomeno, nel suo ricordo, un vero asso del fulbàr (versione novarese del folbér di Brera). Chissà se Sindelar era davvero così, non ho mai verificato, a me i racconti lontani piacciono avvolti nella nebbia, come li confeziona il ricordo».
PERCHÉ CARLO EMILIO GADDA non pubblicò mai le parti del Giornale di guerra e prigionia ora nella nuova edizione Adelphi? Perché aveva paura di tutto e di tutti (e forse per questo scriveva così bene), ma soprattutto era terrorizzato di tradire in qualche modo segni di omosessualità.
UNO DEI BRANI FINORA INEDITI dice cose indicibili all’epoca della Grande Guerra. È una notte del novembre 1918 e Gadda, invece di dormire, chiacchiera con gli altri prigionieri, tra cui il drammaturgo Ugo Betti, degli attori che interpretano parti femminili nella compagnia teatrale “Siciliana”, incaricata di sollevare il morale alle truppe.
SCRIVE GADDA (A LUCI ROSSE): «Io e Betti mostravamo una certa compiacenza per alcune di queste donne, quali apparvero sul palcoscenico». Un prigioniero informato dei fatti spiega allora «che alcune di loro si investono a tal segno della loro parte, da non disdegnare i corteggiamenti» e ce ne sono tre che potrebbero spingere il flirt «fino ad estremi Wildiani». Il beninformato aggiunge che su un attore dai gusti alla Oscar Wilde è stata aperta un’inchiesta: «Lo trovarono un giorno con la testa appoggiata sulle ginocchia d’un capitano suo amico, che lo accarezzava».
I PETTEGOLEZZI NOTTURNI non sono finiti. Un altro attore, un ufficiale, avrebbe «provato da maschio quanto di solito viene dedicato alle femmine». Gadda e compagni conoscono bene costui (costei?): «è la celebre attrice cocotte, silurata dalle scene del blocco C, perché voleva troppi vestiti e troppi cappelli». La chiacchierata si dilunga «in particolari di corteggiamenti, amori, odii; un attore donna ama farsi vestire e svestire, un altro si fa accarezzare il petto senza peli, ecc. ecc.». Per come era fatto Gadda siamo quasi al coming out.
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Il Joker è un club (virtuale ma anche viziato) di amici che non si conoscono di persona e amano chiacchierare di romanzi, film, canzoni, sport. L’ingresso, come lo stile, è libero
I RICORDI PATERNI DI BERTONCELLI (CON CUI GUCCINI LITIGÒ NELL’AVVELENATA) SUL FENOMENO “CARTAVELINA” SINDELAR