COCKTAIL SMART INEBRIANTI COME L’ALCOL MA SANI BRINDEREMO MAI ANCHE COSÌ?
Mentre litighiamo sui danni alla salute di vino e affini, le serate alcoliche piacciono sempre meno ai giovani di molti Paesi e a Londra c’è un laboratorio che sperimenta nuovi ingredienti, alternativi all’etanolo, per conciliare piacere e salute. Poi possiamo bere o non bere, ma dovremmo smettere di prenderci in giro e imparare, quando ne discutiamo, a usare argomentazioni migliori
Ci sono poche cose che apprezzo come un cocktail in spiaggia al calar del sole. Non c’è festa senza bollicine e a casa mia non manca mai una bottiglia di vino. Ma seguo la letteratura scientifica e non mi sognerei mai di negare quello che molti studi hanno dimostrato: non è vero che il vino fa buon sangue, il buono del resveratrolo non compensa il male dell’etanolo e gli alcolici sono tutti dannosi.
Anche per questo guardo con simpatia a David Nutt, che da molti anni lavora ad alternative salutari per i bevitori aperti alle novità. Ci sono dei brevetti di mezzo e non sono noti i dettagli, ma il neurofarmacologo dell’Imperial College London ha studiato i recettori cerebrali su cui agisce l’etanolo e ha cercato sostanze che fossero in grado di mimare gli effetti sull’umore del neurotrasmettitore chiave, il Gaba, senza contraccolpi e postumi. È così che ha inventato Alcarelle, un nuovo ingrediente che prima di conquistare bartender e mixologist dovrà passare i test di sicurezza previsti per gli integratori alimentari (controlli che l’etanolo non potrebbe mai superare). Nel frattempo
BIOETICA DOMANDE & RISPOSTE Ogni due settimane Anna Meldolesi e Chiara Lalli scrivono di un argomento fra filosofia morale e scienza, tra diritti e ricerca. Due punti di vista diversi per disciplina, ma affini
per metodo
Ho letto i commenti (per lo più stolti) alla carne sintetica, alla pelle artificiale, a ogni tentativo di ricollocare ecstasy e LSD nella giusta posizione di pericolosità e rischio. Quindi non mi stupisco di certo di fronte a questo imbarazzante spettacolo che segue la notizia (sia detto con sarcasmo) che il vino fa male.
È difficile fare il riassunto o decidere il vincitore, ma Francesco Lollobrigida (sì, il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) merita una menzione speciale per aver commentato, con fare “ora vi dimostro io come stanno le cose”, così: «Vorrei solo ricordare cosa ha detto uno dei più grandi scrittori del Novecento […]: “Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo”. Ernest Hemingway».
Spero non ci sia bisogno di spiegare le ragioni per le quali questa risposta è antropologia culturale e non una controbiezione, in modo da passare all’altra menzione speciale: Mario Giordano che beve platealmente un bicchiere di vino sentendosi un po’ Ferdinando Aiuti e Rosaria Iardino che si baciano durante un congresso, nel 1991, per di
IL FARMACOLOGO DAVID NUTT HA INVENTATO L’INGREDIENTE ALCARELLE E LA BEVANDA SENTIA PER CHI VUOLE DIVERTIRSI SENZA UBRIACARSI
ha mandato in avanscoperta una bevanda gaba-ergica più soft di origine vegetale. Si chiama Sentia, è venduta online a caro prezzo (più di 30 euro per 50 cl) ma l’Italia non è tra i Paesi in cui viene spedita.
Solo pochi anni fa sarebbe sembrato un business senza speranza. Ma i dati suggeriscono che tra le nuove generazioni gli alcolici stiano passando un po’ di moda. Recentemente ne ha scritto l’Observer snocciolando cifre sui 16-24enni che vivono sobri e felici in un numero crescente di Paesi europei. Per spiegarlo si avanzano spiegazioni di ogni tipo: sono più salutisti, il mercato del lavoro che li aspetta è più duro, gli spritz gli sembrano cose da vecchi, temono di finire ubriachi su Instagram.
Nutt non ha nulla contro la cultura del vino, anzi afferma che la sua droga legale preferita è un bicchiere di rosso. Niente potrà mai sostituire una bottiglia doc per gli affezionati, questo è chiaro. Ma qui l’intento è offrire soluzioni a chi vuole divertirsi senza ubriacarsi o cerca di alternare bevute con e senz’alcol per ragioni di salute. Perché è vero che il rischio nullo esiste solo con zero alcolici, ma bere meno è comunque meglio che bere di più. Se un margarita vale quattro unità alcoliche, pesa come due bicchieri di rosso e quattro lattine di birra? Non sono ancora brava con la matematica dell’alcol consapevole, ma se Nutt mi offrisse di testare il suo ingrediente neuroscientificamente efficace e rigorosamente analcolico, non direi di no. La logica è quella della riduzione del danno, come per i burger veg o le sigarette elettroniche. Ma io preferisco pensarlo come un cuba libre libero dai sensi di colpa, uno shottino di scienza e coscienza. mostrare che no, l’Hiv non si trasmette per via orale. Ogni epoca ha lo stakeholder che si merita.
Questa premessa per dire che immagino quello che accadrà quando anche qui scopriremo quello che sta facendo David Nutt. Nutt è anche quello che alcuni anni fa scrisse che andare a cavallo fa più male di assumere ecstasy – menomale che Lollobrigida e Giordano non se ne sono accorti. Cioè Nutt è uno che studia gli effetti e descrive i danni, evitando di correre dietro agli isterismi e alle classificazioni sbagliate delle sostanze. Secondo uno studio pubblicato sul Lancet nel 2010 e di cui Nutt è uno degli autori, l’alcol era proprio la sostanza più pericolosa.
Al di là delle specifiche sostanze è il modo in cui ragioniamo e discutiamo che è tragico. La nostra incapacità di distinguere le informazioni e le decisioni (politiche o personali), la fatica nel riconoscere e nel difendere la libertà di assumere sostanze dannose – con l’attenzione e i limiti tracciati dai danni arrecati agli altri. E poi la mancanza di una seria riflessione sugli effetti dei proibizionismi e della politica della riduzione del danno, oltre alla incapacità di capire che una possibilità non implica un obbligo.
Se vuoi continui a bere vino rosso o vodka, se vuoi assaggerai l’imitazione senza alcol, se vuoi farai a giorni alterni. Tante delle cose che facciamo tutti i giorni non sono salubri e va bene così. Forse le uniche regole – o almeno le regole più importanti – riguardano un minimo di contatto con la realtà e la capacità di costruire argomentazioni decenti. Poi ognuno beve quello che vuole (evitando di guidare).
SE VUOI CONTINUI CON VINO ROSSO E VODKA, SE VUOI ASSAGGERAI L’IMITAZIONE SENZA ALCOL: UNA POSSIBILITÀ NON IMPLICA UN OBBLIGO