DIVERTIMENTI EROTICI IL PARCO PROGETTATO DA DALÍ E GIACOMETTI
l numero 5 di rue Victor Schoelcher, nel quartiere di Montparnasse dove Alberto Giacometti visse e lavorò per oltre quarant’anni, in un bellissimo edificio art déco si trova l’Institut Giacometti dedicato all’opera dell’artista svizzero. È un piccolo e affascinante museo dove è stato ricreato nei minimi dettagli, mozzicone di sigaretta compreso, l’atelier di Giacometti, e dove fino al 9 aprile è aperta la mostra Jardins de rêves (Giardini da sogno) dedicata alla collaborazione – effimera ma interessante – con Salvador Dalí.
All’inizio degli anni Trenta Dali e Giacometti erano amici e decisero di associarsi per proporre ai mecenati Marie-Laure e Charles de Noailles di ripensare il giardino della loro villa di Hyères, sul Mediterraneo. L’Institut Giacometti presenta i lavori preparatori di un progetto mai portato a termine ma unico, una specie di «parco di divertimenti erotici basato sulla realizzazione dei desideri» scrive Dalí con l’inchiostro rosso «e sulle fantasie e le rappresentazioni incoscienti».
AGiacometti era pronto a fornire le sue sculture, Dali era entusiasta ma i Noailles trovarono l’idea troppo audace e il parco erotico venne accantonato. Restano gli straordinari disegni di Dali, e le sculture proposte da Giacometti.
La mostra all’Institut Giacometti può essere il pretesto per visitare un angolo di Parigi relativamente poco conosciuto, a qualche minuto a piedi da boulevard de Montparnasse verso place Denfert-Rochereau, con la grande statua del leone di Belfort in omaggio agli alsaziani durante la sfortunata guerra franco-prussiana del 1870.
Accanto all’Institut Giacometti, al numero 11 di rue Schoelcher, c’è la casa dove Simone de Beauvoir visse la sua storia d’amore con Claude Lanzmann prendendosi una pausa da Jean-Paul Sartre. I tre riposano poco lontano, al di là del muro, nel cimitero di Montparnasse, tra la Fondation Cartier progettata da Jean Nouvel e rue Daguerre, una piccola e incantevole strada pedonale. Una Parigi romantica, un po’ malinconica, meno caotica del solito.