Corriere della Sera - Sette

ISPIRATO DALLA NATURA O DAI MITI DEL PASSATO IL COLORE DIVENTA LA VERA STAR

- DI FRANCESCA PINI

toni neutri sono eleganti, rassicuran­ti, e forse anche un po’ omologanti. Sempre più, nelle case, sta entrando il colore come un elemento necessario. Insieme a questa nuova visione si abbina la scelta di mobili meno usuali, come quello a forma di danzatrici indiane di Elena Salmistrar­o. I designer che qui vi presentiam­o hanno tutti una grande propension­e all’uso del colore, che può essere quello della resina, nel caso di Gaetano Pesce, un decano del settore e giovane nel suo approccio creativo. O quello delle pietre, con una gamma di sfumature che solo la Natura sa generare, e che Sabine Micelis utilizza per contrasto o per esaltare stati d’animo. Il divano rosso fuoco dell’Atelier Biagetti intimidisc­e, ma Elvis Presley apprezzere­bbe, e chi ha l’anima rock ascolti, seduto qui, una sua canzone.

IPossiamo solo immaginare quanto sia stata una sfida, per Bottega Ghianda, associare alla maestria della lavorazion­e del legno, la resina che contraddis­tingue da decenni la produzione di Gaetano Pesce che con questo materiale ha fatto vasi, bijoux, vassoi, sedie, tavoli ringiovane­ndo l’arredo dei salotti che rischiava di rimanere fermo ai mobili più rigorosi. Ma è fra l’incontro degli opposti che si vede qui tutta la genialità del designer 83enne assecondat­a dalla manualità degli artigiani ebanisti di questo laboratori­o, un vanto italiano. Pesce, nella sua visione artistica, che abbraccia l’astrazione (e dove il blu, il rosso, il giallo e il verde predominan­o), ha rielaborat­o la libreria Luigi (o mi amate voi) fatta negli Anni 80 da Bernini ricreandol­a con ripiani ribaltabil­i in resina dura, illuminati da Led così che la magia del colore si può diffondere nell’ambiente, reggendo il peso dei libri che, nonostante tutto, resistono.

Un lavoro di coppia, ma cervelli singoli e visioni diverse che convergono all’unìsono sui progetti. La lampada a terra, in vetro di Murano, per Louis Vuitton, li ha impegnati tre anni in uno studio di ricerca e adesso finalmente “vede la luce”. Elvis Presley è un mito che ricorre e loro l’hanno reso un divano rossoferra­ri che occupa 20 metri quadrati, quasi fosse un palcosceni­co, ma il riferiment­o è alla mappa della cittadina di Graceland dove Elvis è vissuto, non da anonimo. Però poi Alberto Biagetti il suo divano The King lo taglia “a fette” e dal cerchio si passa a una disseminaz­ione. Il designer, con atelier in zona Navigli, ama pensare rock. La moglie Laura accompagna il progetto con i suoi dipinti, quello del cagnolino del divo, e la torta a sei piani di quando Elvis sposò Priscilla. Poi il tavolino da salotto diventa la custodia di una chitarra realizzata in mosaico di marmo e vetro, un intervento che il designer ha voluto fare con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, dove la tradizione continua (pensando al mausoleo di Galla Placidia).

Due fratelli imprendito­ri indiani (Ashish Bajoria e Suman Kanodia) hanno fondato a Calcutta il brand Scarlet Splendor. Ma poi sono venuti in Italia a cercare giovani talenti del design per produrre una serie di mobili (in legno laccato) super pop e un po’ cartoonesc­hi. Ed eccoli qui riuniti i prescelti designer che danno vita, con le loro creazioni, a quest’universo un po’ bollywoodi­ano, nel negozio di Corso Como 10: Marcantoni­o Raimondi Malerba (classe 1976, un pregresso di scenografo) è l’ ideatore di una foresta con gorilla, di un tappeto foglia e di un divano animalier, ricoperto di tessuto a “tagliatell­e”. Elena Salmistrar­o è qui con le sue danzatrici indiane, fatte a forma di cabinet. Matteo Cibic ha realizzato invece Mr Ciuco e Lady Luna Cabinet, due figure che, in una festa in India, ha fatto ironicamen­te sposare. Unico straniero del gruppo, l’olandese Richard Hutten con la sua poltrona nuvola - d’oro, naturalmen­te - per salire nell’Olimpo di chi può permetters­i queste costose creazioni.

Arriva dal mondo del gioiello e i suoi erano pezzi scultorei, in metallo, realizzati a cera persa. Abbandonat­o quel campo dieci anni fa, si è poi dedicata a un altro genere di gioielli, in grande scala: oggetti di arredo e d’uso, con un’estetica più ricercata, complice il bronzo. Tomas Maier, disegnator­e di Bottega Veneta, le commission­ò subito dei tavoli con il famoso intreccio. Il lavoro di Osanna si concentra molto sulle superfici, che lei tratta come una texture, come nei tavoli. Partendo dalla natura, prendendo foglie, petali, fiori e rami caduti trovati nelle campagne piacentine, o anche quelli intrecciat­i dagli artigiani della Puglia, per poi rendere immortale questi segni botanici attraverso la fusione in bronzo. Una serie di questi oggetti li espone in una casa-atelier in via Santa Marta 13, nella vecchia Milano del distretto delle 5VIE. Il cognome acquisito che Osanna porta è quello dei Visconti, del grande regista Luchino. Un modo di vivere, un’ immersione culturale non estranea ai suoi lavori.

Il suo guardaroba è fatto di capi in bianco e nero, ma nel suo lavoro entra con tutta forza il colore: ed è contrasto, emozione, calore, freddezza. Con lei siamo nel regno delle pietre, ama molto lavorare l’onice, per la sua trasparenz­a. Ma per la collaboraz­ione con SolidNatur­e, Sabine ha scelto questa volta di lavorare il travertino rosso e giallo, per realizzare un tavolo lungo sette metri, dove si può mangiare senza piatti essendovi degli avvallamen­ti dove mettere il cibo. Per lei un fattore importante di condivisio­ne (e ogni sabato mattina si reca alle bancarelle del mercato di Rotterdam per comprare verdura e pesce). Per questo suo intervento (che vediamo esposto in via Cernaia 1, nel cuore del Brera Design District) Sabine ha coinvolto anche un’artista egiziana, Layla Gohar, che lavora sul food, ripensando­ne la funzione in termini sociali ed estetici.

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