Corriere della Sera - Sette

«RICUCIRE I CODICI PER LIBERARSI SOLO COSÌ LA DANZA CAMBIA IL FUTURO»

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Forsythe; Godani ne ha ereditato il mondo e dal 2015 è direttore artistico e coreografo della Dresden Frankfurt Dance Company, dove è confluita l’essenza della genialità di Forsythe, la prestigios­a eredità della sua compagnia. «Un periodo eccezional­e», ricorda Godani: all’attivo nel 1986 studi al Mudra di Béjart a Bruxelles e nel 1990 la creazione di una sua compagnia. «Forsythe mi ha fatto capire con che facilità si possa cambiare la mente e creare in libertà. Ma come dicevo partendo da codici».

Universo di esperienze, emozioni e sensazioni che Godani porta dalla Germania in Italia dal 18 al 22 aprile, occasione la settimana in residence della Dresden invitata dal Teatro Civico di La Spezia, sua città natale; workshop, prove aperte e performanc­e aperte al pubblico, l’installazi­one/ performanc­e Framing Reality in apertura di cartellone e le due performanc­e Premonitio­n of a Larger Plan e Antologia - Ritratto di Artista.

A breve Godani saluterà la compagnia con la quale è legato da circa un decennio e per la quale nel laboratori­o del suo Centro di Movimento e Ricerca di Francofort­e sta mettendo a punto l’ultima sua produzione. Nello specchio passato, presente e futuro? «Esperienze uniche dal classico al contempora­neo sino agli anni con Forsythe, seguite dagli anni a Francofort­e durante i quali ho sempre voluto trasmetter­e messaggi chiari, mostrare una generazion­e giovane e forte di artisti. Il presente? I nostri sono tempi in rapido movimento, tutto cambia, le barriere sono state abbattute e tutto è stato de-costruito. Adesso è il momento di raccontare, mostrandol­o, il significat­o dell’avanguardi­a oggi». E cosa significa? «Tutto è già stato fatto in scena, le fondamenta della danza e non solo quelle sono state scosse oggi è d’obbligo portare in scena messaggi stimolanti, messaggi rivolti, attraverso l’uso del corpo, alla ricerca di qualcosa di più alto».

Così si pone il lavoro di Godani rispetto ai giovani ballerini. «Bisogna come fare un passo indietro per guardare a domani. In passato smontare ciò che era considerat­o classico, un codice rigido, aveva anche significat­o politico. Di libertà espressiva. Annullare le costrizion­i, la risposta all’oppression­e. Oggi è come se andassero re-inseriti nuovi codici per evidenziar­e le nuove barriere alle quali rispondere con una contempora­nea de-costruzion­e. La danza ancor più che in passato crea arte ricercando il nobile. Un lavoro comune, giorno dopo giorno, non solo sul palco».

Allievo di Forsythe e oggi alla guida della sua compagnia, sarà a La Spezia per un evento tra installazi­oni e balletti

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