PIZZOLATO E LA FRONTIERA DEI RESISTENTI
Huakai, il Piwi dalla cantina super bio di Treviso
Si chiama Huakai, ha un’etichetta con disegni di fiori gialli tropicali e una libellula verde. Figlio di un vitigno resistente, un Piwi, frutto di incroci che permettono di resistere alle malattie. Un Bronner, con tratti simili a uno Chardonnay. A lanciarlo è la cantina Pizzolato, a Villorba, in provincia di Treviso. È una di quella aziende che raccontano la storia del Veneto contadino diventato una locomotiva economica. «Negli Anni 80 avevamo un’azienda di 2 ettari, con frutta e animali. Ora c’è un vigneto di 89 ettari certificato organico. Facciamo anche vini vegani», raccontano i Pizzolato, che hanno da poco acquistato il Casale Terzo a Colle Val d’Elsa (convincente il Chianti Colli Senesi Edoardo
Pi). Settimo Pizzolato (nell’illustrazione qui a fianco) guida una corazzata da 9 milioni di bottiglie, il 93% finisce all’estero. Terra di Prosecco Docg, come l’Extra dry Stefany, dalle vigne di San Pietro di Feletto. E soprattutto di Prosecco
Doc alle porte di Treviso. Settimo poteva godere del successo della denominazione, invece si è messo in gioco già nel 1991 scegliendo il biologico. Sembrava una scelta isolata nel Nord est dei grandi numeri, gli ha invece aperto le porte dell’export, nei Paesi attenti da anni alla sostenibilità. L’ultima frontiera sono i vitigni resistenti: i Piwi si ammalano meno (o mai) e necessitano quindi di trattamenti minori. Sono più di 30 varietà autorizzate in Italia. All’ultimo Vinitaly sono state organizzate molte degustazioni di Piwi. Il Veneto è la regione con il numero maggiore di vini Piwi. Come l’Haukai, fresco e allegro come l’estate che sta per arrivare.