Corriere della Sera - Sette

CARA “STUPIDA”, SCEGLIERE EMOZIONI O SENTIMENTI? I SECONDI DURANO DI PIÙ

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Caro MG, ho più di 70 anni, due figli ormai grandi, una vita che adesso si è tranquilli­zzata dopo la furia dei desideri impazziti. Quando accadde ne avevo una quarantina, di anni, e stavo in un matrimonio dove non mi sentivo desiderata ma compressa in un ruolo di moglie e madre senza più slanci né complicità. Eppure, mio marito era la classica brava persona, beneamata da tutti. Finché ho incrociato lo sguardo di un collega ben più giovane di me e ci ho letto quella complicità che cercavo. Ho iniziato una doppia vita pazzesca, a rischio della mia salute mentale e del benessere dei miei figli, ma è stato come salire sull’ottovolant­e, andare su in cima e non volere più scendere. Questo ragazzo mi ha travolto anima, corpo e mente. Finché, anche questo un copione classico, ho quasi voluto che mio marito mi scoprisse perché il carico emotivo era troppo forte per me. Per lui è stato un vero shock, si è tolto la fede e l’ha gettata a terra, mi ha chiesto che intenzioni avessi, se intendessi o meno continuare la tresca amorosa. Io ero innamorata persa e anche ricambiata. Non potevo smettere, ero come sotto l’effetto di una droga potente. Così con mio marito siamo arrivati a separarci e poi a divorziare. Ma il ragazzo, pur dicendo di amarmi non se l’è sentita di prendersi delle responsabi­lità e io non l’ho biasimato per questo. Dopo 30 e più anni la nostra storia va ancora avanti, sia pure a distanza e con lunghi periodi di assenza. Da tempo non ci vediamo più. Lui si è fatto un’altra vita, ma il suo sentimento per me è rimasto uguale e anche il desiderio. A volte lo detesto, ma lo penso ancora, c’è ancora complicità fra noi, anche se per me fa parte del passato: un passato che fa anche male. Nel tempo ho preso coscienza di tutto ciò che ho fatto, non ne sono orgogliosa, ma è successo, è stato più forte di tutto e non ho saputo opporre resistenza a quella che mi era sembrata la porta del paradiso. La vita mi ha dato comunque delle soddisfazi­oni, non ho rimorsi, solo qualche rimpianto, perché ho colto la passione quando si è presentata. Non sono più innamorata da tempo del ragazzo che mi ha fatto perdere la testa, anche se è un pensiero dolce che torna spesso. Se tornassi indietro, non so se rifarei tutti gli sbagli che ho fatto. Ma è il nostro carattere che ci conduce anche negli abissi. Ho vissuto con sensi di colpa grandi come una casa che mi hanno rovinato la salute. Nel tempo sono riuscita a perdonarmi, si vede che era nel mio destino.

La stupida

CARA “STUPIDA” (ammetterà che c’è un po’ di compiacime­nto nell’autodefini­rsi così), la sua è la classica lettera senza pretesa di risposta. L’ho pubblicata per consentire ai lettori di immergersi in una storia emblematic­a della condizione umana. Se proprio vogliamo trovarvi un aspetto originale, esso risiede in quell’accenno, invero un po’ confuso, alla continuazi­one del vostro rapporto dopo oltre trent’anni. Par di capire che la grande passione della sua vita, capace di scardinare un matrimonio ormai bollito pur non offrendole la possibilit­à di

«HO LASCIATO MIO MARITO PER UN GIOVANE COLLEGA, SONO PASSATI TRENT’ANNI ANNI E NON SO SE LO RIFAREI»

un’altra convivenza, sopravviva tutt’oggi in forma di legame elettivo. Però dalle sue parole non è chiaro se, le rare volte in cui vi vedete, fate comunque ancora l’amore. Perché questo sì che renderebbe assolutame­nte inusuale la vostra storia, che per il resto è identica a quella di milioni (miliardi?) di esseri umani impossibil­itati a stare dentro il recinto della monogamia per tutta la vita. Identica, tranne che per un punto, gliene do atto: che di solito chi tradisce un coniuge spento ma gentile non lo abbandona, perché sa che sarà difficile impostare con qualcun altro una convivenza più felice. Lei invece lo ha fatto: ha messo le ragioni dell’amore fisico davanti a tutto il resto, anche a un matrimonio che aveva l’unico difetto di essere diventato noioso. Qualcuno la criticherà per questo, qualcun altro la invidierà. Io penso, come lei, che le scelte dipendano dal carattere. Se sei una persona fredda e razionale, riesci a destreggia­rti meglio nelle situazioni complesse, rispetto a chi invece affronta la vita a cuore sguainato, salendo di continuo sulle montagne russe delle sue emozioni. Col tempo ho imparato a diffidare delle emozioni e a privilegia­re i sentimenti: meno impetuosi, ma più profondi. Però, leggendola, confesso che non sono riuscito a capire se quel che ha provato e prova ancora per il “giovane collega” (che ora non sarà più tanto giovane nemmeno lui) sia un’emozione o un sentimento: forse – azzardo – è il ricordo di un’emozione, la più intensa della sua vita, rimasta tale anche perché non ha mai indossato le pantofole della convivenza e ha sempre frequentat­o il territorio magico dei sogni a occhi aperti. Lei ha passato più tempo a pensare a lui che a stare con lui: questo è stato il limite della vostra “storia”, ma anche il segreto della sua longevità.

DI SOLITO CHI TRADISCE UN CONIUGE SPENTO MA GENTILE NON LO ABBANDONA PERCHÈ TEME LE CONSEGUENZ­E. LEI NO

 ?? ?? È LA CARTA CHE INDICA LA SECONDA POSSIBILIT­À, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?
Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it
È LA CARTA CHE INDICA LA SECONDA POSSIBILIT­À, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione? Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it
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