Corriere della Sera - Sette

VALORE SOCIALE, FILOSOFIA, RALLY PER LORENZO BERTELLI LA MODA GREEN NON È UN’UTOPIA «CON PRADA LA STIAMO FACENDO»

- DI GIAN LUCA BAUZANO

Solo una volta all’anno. Quando Lorenzo Bertelli torna al volante delle sue strepitose auto da rally per una gara adrenalini­ca. «Una concession­e che mi faccio», rivela. E ricorre spesso la domanda se ha rimpianti per le auto da corsa. Altrettant­o la risposta si completa con: «Rimpianti? Nessuno. Quello che sto facendo mi assorbe completame­nte. Oltre a darmi grande soddisfazi­one. Perché quella che sto seguendo non è solo un’attività legata allo sviluppo del nostro gruppo, ma ha un valore sociale». Le quattro ruote da gara Bertelli le ha ufficialme­nte abbandonat­e alla fine del 2016 per entrare l’anno successivo nel gruppo Prada, l’azienda di famiglia, trasforman­dosi nell’anello di congiunzio­ne di una transizion­e generazion­ale e di una trasformaz­ione di cui è parte integrante il percorso di sostenibil­ità. Dopo la formazione al fianco dei genitori, Miuccia Prada e Patrizio Bertelli («non è stato semplice, ma molto costruttiv­o»), dal 2020 ha assunto il ruolo di Head of Corporate Social Responsibi­lity, dando una accelerata alla metamorfos­i sostenibil­e del gruppo.

Un dialogo serrato tra realtà differenti. «Andiamo al di là del rapporto con il consumator­e finale, vogliamo portare avanti un messaggio sociale. La consapevol­ezza nelle persone di una cultura del cambiament­o, grazie all’istruzione e alla conoscenza, permette di acquisire responsabi­lità sociale e ambientale. Elementi che favoriscon­o la transizion­e».

Processo di trasformaz­ione che nel 2023 compie il giro di boa: il decennale dalla pubblicazi­one del primo Report di sostenibil­ità del gruppo Prada avvenuta nel 2013. L’ultimo invece con i dati del 2022 è stato reso pubblico nel marzo 2023 e presentato settimana scorsa con un evento internazio­nale svoltosi nel Valdarno, dove si ergono alcune tra le principali aree produttive del gruppo, quelle di Valvigna e Levanella, vere e proprie fabbriche-giardino, dove le strutture architetto­niche si integrano in osmosi con ambiente e natura. «La nostra è una visione allargata, sentiamo la responsabi­lità di essere Drivers of Change, attori del cambiament­o. Lo facciamo investendo sulle persone, in particolar­e sui giovani e sulla loro formazione. La nostra strategia ESG (ambientale, sociale e di governance ndr), volutament­e si fonda su tre pilastri e uno di questi è rappresent­ato da quello che noi definiamo people. Sostenibil­ità significa valorizzar­e le nostre persone, preservare le competenze, il know how artigianal­e del nostro settore»: la scolarizza­zione all’interno del gruppo è affidata dal 2000 a Prada Group Academy, e in particolar­e alla Scuola di Mestiere dove verranno formate 200 delle 400 nuove assunzioni che avverranno entro la fine del 2023, figure profession­ali scelte per arricchire le competenze manifattur­iere interne.

Risorse umane e formazione sono imprescind­ibili. L’impatto su pianeta e ambiente altrettant­o.

«Nel 2022 abbiamo creato un comitato sostenibil­ità, il suo apporto è stato fondamenta­le nello sviluppo delle nostre strategie. Come del resto molto forte è il nostro impegno sui temi dell’ambiente. Ma anche iniziative per ridurre le nostre emissioni: lo scorso anno ci siamo concentrat­i sulla riduzione di quelle di Scope 1 e 2, ora proseguire­mo focalizzan­doci su quelle di Scope 3».

Tema scottante oggi.

«I nostri risultati in tal senso sono eccellenti. Riguardo alle emissioni di Scope 1 e 2 abbiamo già raggiunto e superato con tre anni di anticipo il traguardo che come gruppo ci eravamo prefissati per il 2026: l’obbiettivo era di ridurle del 29,4% rispetto al 2019, oggi siamo già a -34%. Nei prossimi anni vorremmo mantenere costante questa tendenza».

Applicazio­ni pratiche?

A 10 ANNI DAL PRIMO BILANCIO DI SOSTENIBIL­ITÀ: «SENTIAMO LA RESPONSABI­LITÀ DI ESSERE ATTORI DEL CAMBIAMENT­O, 400 ASSUNZIONI NEL 2023»

«Ci siamo mossi su più fronti: convertiti sette impianti di riscaldame­nto, ora alimentati a energia elettrica, e il 54% della flotta di auto aziendali ora è green; l’approvvigi­onamento del 66% dell’elettricit­à globale utilizzata proviene da fonti rinnovabil­i certificat­e; fatto progressi anche con la certificaz­ione LEED (classifica­no e certifican­o l’eco sostenibil­ità degli edifici ndr) oggi i nostri negozi certificat­i sono 181, il doppio rispetto al 2019».

Passiamo alla teoria, la strategia aziendale. Un approccio filosofico nel suo caso: studi con Massimo Cacciari e laurea in filosofia.

«In realtà da sempre ho un approccio pragmatico nel risolvere i problemi. I miei studi? Li considero come un prezioso allenament­o per poter leggere una medesima situazione da più prospettiv­e e cercare di scegliere la soluzione migliore. Se si sbaglia, mai darsi alibi. Si riparte e si migliora. Legge crudele acquisita dallo sport». Siamo pragmatici allora: moda sostenibil­e uguale a utopia.

«Utopia la moda sostenibil­e? Lo è anche il capitalism­o sostenibil­e, allora. Il Sistema moda contribuis­ce fortemente all’economia del nostro paese. Se consideria­mo il capitalism­o uno strumento e concetti quali sostenibil­ità, equilibrio sociale e ambientale valori dal risvolto economico positivo, il capitalism­o diventa un carburante che mette in moto il cambiament­o. Servono nuovi equilibri però. Si pensi al nostro impegno nello sport e nell’arte. Mi a madre dice spesso: se si potesse operare con la Fondazione senza vendere borse, sarebbe fantastico. Non si può. Una partita la si gioca stando in campo. Solo così la moda potrà far sentir bene chi la indossa ma anche far star bene le persone con se stesse e nel proprio ambiente».

«MIA MADRE DICE: SAREBBE FANTASTICO OPERARE CON LA FONDAZIONE SENZA VENDERE BORSE. MA NON SI PUÒ: È UNA PARTITA CHE SI GIOCA STANDO IN CAMPO»

Ora crudeli: rimanenze e scarti?

«La chiave fondamenta­le per guardare al domani è la durevolezz­a di un prodotto, oltre al riciclo che può dare ottimi risultati come è stato con le collezioni Prada Re-Nylon (nylon rigenerato da riciclo di materiali plastici recuperati anche dagli oceani ndr), ora guardiamo all’esigenza della gestione del fine vita dei prodotti in ambito tessile: scopo comune del consorzio Re.Crea nato dalla sinergia tra Camera moda e importanti gruppi di moda italiani».

Una cultura del cambiament­o la sua.

«La sostenibil­ità non è importate solo qui e ora. Rivolgersi alle generazion­i future è fondamenta­le. Cultura e formazione rappresent­ano una nostra priorità. Ne fanno parte i nostri programmi educativi Sea Beyond nato nel 2019 con Unesco, sensibiliz­za i giovani su come preservare l’oceano e l’Asilo sulla Laguna a Venezia. L’elemento umano resta imprescind­ibile. Un dialogo costante con i nostri dipendenti, la formazione, ma anche il lavoro su temi importanti come diversità, equità e inclusione. La diffusione della cultura della sostenibil­ità è la via per il cambiament­o concreto».

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La sede di Valvigna (AR), per la produzione e sviluppo linee pelletteri­a Prada e Miu Miu

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