BRANI CREATI DALL’AI LA MUSICA FOTOCOPIA CI CONQUISTERÀ. O NO?
Finte le voci di Drake, The Weeknd e Gallagher SULL’ALTRA SPONDA NON CI SONO CANNIBALI MA LAVORATORI Politicamente scorretto, diverte e commuove
La collaborazione dell’anno: un brano con Drake e The Weeknd, due colossi che si giocano il numero 1 nel mondo. Heart On My Sleeve era un deep fake che sull’onda della viralità ha ingannato tutti con 600 mila ascolti su Spotify e 15 milioni di views su TikTok in un paio di giorni, prima di essere rimosso per violazione del copyright. Un inganno per le orecchie di tutti. Le voci erano state ricreate da un’intelligenza artificiale come ha confessato Ghostwriter977, il misterioso utente che ha lanciato l’operazione. Ma il mare dell’AI non si ferma. Su YouTube gira The Lost Tapes, un intero album che i Breezer, band vera «stanca di aspettare la reunion degli Oasis», hanno messo insieme scrivendo canzoni in quello stile e ricreando la voce di Liam Gallagher con l’AI. Anche qui è facile cadere nel tranello. Universal ha riassunto le preoccupazioni dell’industria chiedendo alle piattaforme di permettere alle AI di allenarsi studiando il repertorio e a tutti gli addetti ai lavori «da che parte della storia vogliono stare: quella di artisti, fan e creatività umana o dei deep fake, delle frodi e del non riconoscimento del compenso per gli artisti». Ci sono milioni di dollari in ballo, territori inesplorati del diritto d’autore. E una preoccupazione da ascoltatore: se l’AI si ciba di ciò che già esiste, siamo condannati a una musica che si fotocopierà all’infinito.
MARCO GUAZZONE FEAT CHIARA GALIAZZO
SALSEDINE
Si può cantare di mare senza evocare mojito e party. Malinconia fra pianoforte e archi con un beat
per fare i conti col passato
RITA ORA FEAT FATBOY SLIM
PRAISING YOU
Non lamentiamoci dell’AI se poi qualcuno annuncia un album personale (You&I, 14 giugno) con un brano di cui resta solo la rilettura della hit del 1998
di Fatboy Slim (qui complice) «Crum è ovunque. C’è una Crum sepolta nel profondo della maggior parte di noi, incastrata sotto qualche ricordo vitale, che brucia silenziosamente, aspettando il momento in cui balzerà davanti ai vostri occhi e vi mostrerà, in un lampo accecante, cosa siete veramente, da dove venite davvero». In questo secondo libro della trilogia iniziata con Lontano da Crum, dal nome della cittadina del West Virginia dove Maynard era nato e che non gli perdonò il ritratto irriverente che ne fece, il protagonista, Jess Stone, attraversa il fiume e si avventura nel Kentucky. È l’estate del 1954, ha una valigia di cartone, vestiti logori, un coltello, una copia sbrindellata de L’isola misteriosa e 13 dollari e 37 centesimi. Da bambino gli hanno detto che sull’altra sponda ci sono i cannibali, ma scoprirà che anche lì ci sono solo famiglie che sudano durante le lunghe giornate estive nelle fattorie e cercano di sopravvivere nei giorni freddi dell’inverno. Un romanzo di formazione e di avventura, politicamente scorretto, sessualmente esplicito, che diverte e commuove.
LEE MAYNARD URLANDO CON I CANNIBALI (Mattioli 1885, pp. 350, euro 20)
VICTORIA MCKENZIE
ABBI PIETÀ DEL MIO PICCOLO
DOLORE (Il Saggiatore) Nell’Inghilterra del 1400 una donna è mossa misteriosamente
verso la parola di Dio
PRIMIZIE DI STAGIONE NEI PANINI