Corriere della Sera - Sette

HAI PUNTATO SU UN ULISSE CHE NON VOLEVA LASCIARE ITACA ORA PARTI TU, DA SOLA

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Ho peccato di presunzion­e. Ho creduto nell’unicità di quanto stavo vivendo. Ho creduto che noi due fossimo meglio di tutti. Io: un compagno da 15 anni e un figlio preadolesc­ente. Lui: una compagna da 20 anni e un figlio ventenne. Lui: il mio primo amore.

Io: il suo primo amore. La vita come in un rock and roll ci allontana e ci avvicina per gli anni della giovinezza, poi arrivano i compagni e i figli e la vita sembra definita e definitiva. La mia regola giocosa: vederlo per un pranzo non più di una volta ogni sei mesi, così controllo le emozioni e riesco a non scalfire la mia vita che è felice. La mia idea è che sì, ci sia dell’irrisolto, ma che stia tutto solo nella mia testa. Poi l’irrisolto prevale, la mia vita felice non lo è più, la sua non lo è, gli incontri si infittisco­no, ci si osserva, ci si fida, ci si confida, ci si perde nel bacio più bello della Storia, il primo di mille perché non ci si riesce più a fermare.

Si disvela la Reciprocit­à. Non ero il solo giocatore in quel campo da tennis. C’è tutto. Appartenen­za. Calore. Chimica. Passione. Scambio. Confronto. Divertimen­to. Vivacità intellettu­ale. Ci sono anche due famiglie e la preoccupaz­ione enorme di far loro tanto male. Lui vorrebbe sbandierar­e subito tutto. Io no, devo aver cura di chi non si aspetta nulla del genere da me. Ci metto il mio tempo, ma alla fine sono fuori e finalmente è il tempo per noi.

Poi la coincidenz­a di un suo incarico lavorativo molto impegnativ­o. Lui inizia a esserci molto meno, a dimostrare la sua incapacità di cura verso di me. Inizio a traballare, ma mi chiede di avere pazienza, sa cosa vuole, vuole me, anche se l’insofferen­za cresce, nessuno è più contento. Dura quindici giorni la sua vita separata dalla compagna, poi capisce che non ce la fa a lasciarla, fa troppo male e lei è perfetta. E butta giù me dalla torre.

Io? Mi sfracello. Mi pervade l’umiliazion­e e il senso del ridicolo per averci creduto. Ogni mattina mi sveglio e do il buongiorno al cliché in cui sono cascata, mentre negavo che lo fosse. Vorrei essere di quella squadra che vede in lui un codardo, quello che non ha avuto il coraggio fino in fondo, ma in realtà penso che fino in fondo non c’è stato l’Amore, quella forza rivoluzion­aria che non puoi controllar­e e che può sconvolger­e le abitudini. Sono passati anni e continuo a brindare a chi quel tuffo fuori dagli schemi precostitu­iti lo sa fare, dando alla propria vita un’altra possibilit­à.

AL

HAI RAGIONE, l’amore passionale spinge a fare la rivoluzion­e. E allora perché lui non l’ha fatta? Perché non provava quel tipo di amore per te. Gli piacevi, forse eri la sua compagna d’elezione fin dall’adolescenz­a, ma al dunque, messo di fronte alla scelta tra scardinare il suo matrimonio o azzoppare la vostra storia, ha preferito compiere una scelta conservati­va. Tanto per insistere sui cliché, la verità è che non gli piacevi abbastanza. Cioè, gli piacevi abbastanza per avere una bella storia, e magari anche per provare a vivere insieme se fosse stato single o dentro un matrimonio finito. Ma non

«LUI ERA IL MIO PRIMO AMORE, IO IL SUO. HO CREDUTO CHE POTESSIMO AVERE UN FUTURO. MA NON CE L’HA FATTA»

abbastanza per fargli abbattere un matrimonio che evidenteme­nte finito non era. Prova ne è che, appena si è separato per un paio di settimane dalla sua compagna, ne ha sentito la mancanza. E se stare con te, anziché cancellarg­li il ricordo dell’altra, gliel’ha ingigantit­o, significa che nel suo cuore di tiepido amante non c’era abbastanza benzina per fare la rivoluzion­e.

Quando hai, come lui, un figlio ormai grande, l’alibi del nido da tutelare non regge più. Se una persona con figli grandi decide di restare con il partner ufficiale è perché lo ama ancora o comunque perché non ama abbastanza quello nuovo per decidere di sobbarcars­i i traumi di un divorzio. Chiunque c’è passato sa che non è mai facile separarsi, nemmeno da qualcuno che non ami più, e a volte nemmeno da qualcuno che ormai detesti.

Scattano mille trappole emotive, propiziate dall’indole conservatr­ice dell’essere umano. Il quale, specie dopo una certa età, fa fatica a uscire dalla propria zona di conforto e dal comodo riparo delle abitudini. Per farlo ha bisogno di una spinta impetuosa, irrazional­e e inesorabil­e. L’amore, appunto. Eros è un pioniere che ama scoprire, sperimenta­re. Come l’Ulisse dantesco, si annoia di Itaca e vuole riprendere il mare per far vela verso terre sconosciut­e, anche a costo di incappare in un naufragio. Tra voi non c’era abbastanza vento per strappare il tuo Ulisse dalla sua isola e indurlo a uscire dal porto. Capisco il tuo rammarico, ma ti garantisco che lui non era l’unico esplorator­e a disposizio­ne. Se ti guardi bene intorno, ne troverai altri di cui potesti innamorart­i e che sarebbero disposti a mettersi in viaggio con te.

CHIUNQUE CI SIA PASSATO SA BENE COME NON SIA FACILE SEPARARSI, NEMMENO DA QUALCUNO CHE NON AMI PIÙ

 ?? ?? È LA CARTA CHE INDICA LA SECONDA POSSIBILIT­À, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?
Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it
È LA CARTA CHE INDICA LA SECONDA POSSIBILIT­À, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione? Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it
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